“Barocchetto” è un termine comunemente riferito all’edilizia residenziale pubblica realizzata a Roma negli anni dieci e venti del Novecento. Spesso, impropriamente, lo si classifica come un vero e proprio “stile”.
In realtà, più che uno stile è un linguaggio che trae spunto dall’architettura romana del Seicento, dagli elementi architettonici che noi identifichiamo con il termine Barocco. Prendendo spunto però non tanto dall’architettura dei grandi palazzi o dalle chiese, quanto piuttosto dall’edilizia corrente, dalle case e casette che componevano e tuttora compongono il tessuto urbano di Roma, quello che costituisce il “carattere” della città storica.
In particolare è questo “carattere” che si vuole ricreare nelle nuove costruzioni che l’Istituto Case Popolari si avvia a realizzare nel primo Novecento nell’immediata periferia della città, arricchendo i portoni, le finestre, i balconi, le logge, i cornicioni, gli angoli delle nuove, semplici ed economiche case da pigione a più piani con dettagli architettonici: cornici, bugnati, modanature, conchiglie. Ornamenti semplici che riprendono il tono popolare dell’edilizia romana seicentesca.
Il termine è stato coniato da Gustavo Giovannoni (1873-1947) nella realizzazione della Garbatella per l’ICP. Un esempio rappresentativo di questa edilizia popolare nel Municipio II è il complesso di case al Flaminio che si articola intorno a piazza Perin del Vaga.
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