Fontane romane

Che gli antichi romani amassero l’acqua è cosa risaputa ma anche oggi Roma può essere definita la “città delle fontane”. 

Le fontane romane sono di diversi tipi, dalle grandi fontane monumentali, magari costruite al termine di un acquedotto (le cosiddette “mostre”), ai “nasoni”, le tipiche fontanelle in bronzo delle strade della capitale.

Le fontane sono un elemento di decorazione della piazza o del giardino o della via in cui si trova. Hanno uno o più ugelli di uscita dell’acqua e una o più vasche di raccolta, che spesso gettano acqua in altre vasche sottostanti. Alcune hanno la cannella per dissetare i passanti, altre non ce l’hanno.

Le fontanelle invece sono fatte per dissetare i passanti e si possono articolare in diversi tipi:

  • la Fontanella vera e propria, in cui la cannella esce direttamente dal muro e l’acqua viene raccolta in una vaschetta,
  • il Sarcofago: in cui la cannella esce direttamente dal muro e l’acqua viene raccolta in una sarcofago antico
  • il Nasone: la tipica fontanella di ghisa nata nel 1874 e diffusa in tutti i rioni ed i quartieri di Roma. Alcuni nasoni recano la scritta ACQUA MARCIA, altre riportano frontalmente il fascio littorio con l’anno segnato in numeri romani, a partire dalla marcia su Roma (1922). Oggi in tutta Roma ci sono poco meno di 300 nasoni.
  • il Nasone triplo: è un Nasone con tre cannelle a forma di grifo; in tutta Roma ce ne sono solo tre, il più famoso dei quali è quello di via delle Tre Cannelle, di fronte ai Mercati Traianei.
  • il Travertino: una colonna di travertino con una testa di lupa come cannella. Installate negli anni Trenta e Quaranta, ne esistono solo quattro con ai lati tre fasci di marmo verde.

Alcune fontane poi sono state realizzate con l’obiettivo precipuo di dissetare gli animali, mucche, pecore, cani e così via, sono gli “abbeveratoi” che ormai possono essere assimilate a fontanelle in quanto dissetano i passanti.

Discorso a parte va fatto per le “fontane rionali”. Nel 1926 è assegnata a Piero Lombardi la realizzazione di fontane rappresentanti ogni rione in travertino coniugando il gusto moderno con la tradizione romana. Oggi di quelle originali ne esistono 11 (10 fontanelle e una fontana, a Testaccio) ma altre fontane si sono aggiunte successivamente a questo gruppo, per esempio, le fontanelle dei Delfini a piazza Perin del Vaga che ricorda il vicino Tevere.

Alcune fontane poi sono state realizzate con l’obiettivo precipuo di dissetare gli animali, mucche, pecore, cani e così via, sono gli “abbeveratoi” che ormai possono essere assimilate a fontanelle in quanto dissetano i passanti.

Discorso a parte va fatto per le “fontane rionali”. Nel 1926 è assegnata a Piero Lombardi la realizzazione di fontane rappresentanti ogni rione in travertino coniugando il gusto moderno con la tradizione romana. Oggi di quelle originali ne esistono 11 (10 fontanelle e una fontana, a Testaccio) ma altre fontane si sono aggiunte successivamente a questo gruppo, per esempio, le fontanelle dei Delfini a piazza Perin del Vaga che ricorda il vicino Tevere.

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