Lapide in memoria del Battaglione Universitario Romano

Nel Monumento ai caduti del 1849 c’è una lapide che ricorda il sacrificio dei ragazzi del Battaglione Romano nella battaglia contro i francesi.

DOPO CORNUDA TREVISO VICENZA / PALESTRINA VELLETRI / ALTRI SERTI DI GLORIA RACCOGLIEVANO / NEL GIUGNO DEL 1849 IN QUESTO SETTORE DELLA DIFESA ROMANA / GLI STUDENTI DEL BATTAGLIONE UNIVERSITARIO / ALFIERE FILIPPO ZAMBONI TRIESTINO / FRA GLI ALTRI CADEVANO NON ANCORA VENTENNI / I FRATELLI/ FRANCESCO E ALESSANDRO ARCHIBUGI / STUDENTI DELL’ATENEO ROMANO.

I fratelli Francesco (1828-1849) e Alessandro Archibugi (1829-1849), anconetani erano ragazzi ventenni, volontari nel Battaglione Universitario Romano.

Erano entrambi studenti dell’ Università di Roma La Sapienza. Francesco pochi giorni prima di morire si era laureato nel Collegio di filosofia e matematica. Alessandro studiava nel Collegio di medicina.

Vista la precarietà della Repubblica Romana, e il rischio concreto di una invasione straniera, i due fratelli si arruolarono come volontari (militi) nel Battaglione Universitario. Parteciparono così ai combattimenti vittoriosi del 30 aprile contro le truppe francesi a Porta Cavalleggeri e del 9 maggio a Palestrina contro le truppe borboniche.

Quando alla fine di maggio tornarono nei pressi di Roma le truppe dell’Esercito Francese con i dovuti rinforzi, Giuseppe Garibaldi, che era a capo della difesa di Roma, inviò il Battaglione Universitario a presidiare la zona Nord della città, in prossimità di Ponte Milvio (Ponte Mollo) e dei Monti Parioli. Dal 3 giugno, ci furono diversi scontri a fuoco tra i volontari romani e le truppe francesi, e in uno scontro dell’11 giugno, sia Francesco che Alessandro furono colpiti dai proiettili del nemico, morendo il primo due giorni dopo in una casa privata nei pressi del Ponte Mollo e il secondo dopo 11 giorni di agonia presso l’Ospedale di Civitavecchia, dove fu ricoverato dalle truppe francesi insieme ai commilitoni Alessandro Orsini e Giulio Cesare Bonafini.

Ai Fratelli Archibugi è intitolata la strada vicina tra viale Tiziano e via Flaminia, prima del grande palazzo dell’ICP Flaminio I.

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Monumento ai caduti del 1849

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