Storia di Villa Ludovisi

Villa Ludovisi nasce nel 1621 quando Ludovico Ludovisi (1595-1632), appena nominato Cardinal-nepote dallo zio papa Gregorio XV (1554–1623), acquista la Vigna Del Nero. Una proprietà “periferica” (vicino le Mura Aureliane) con un casino nobile (oggi noto come Casino dell’Aurora). 

Nel 1622, il Cardinale amplia la sua proprietà, acquistando la proprietà Orsini con il Palazzo Grande (nel 1622) e poi la amplia ancora acquistando, anno dopo anno, vigna Cavalcanti, vigna Altieri e villa Capponi.  A quel punto. il Cardinale fa ampliare il casino Del Nero, facendolo diventare il casino nobile della sua proprietà, e chiama il Guercino per fargli affrescare la celebre Aurora, che darà il nome a tutta la costruzione: il Casino dell’Aurora.

Fa restaurare dal Domenichino il Palazzo Grande per utilizzarlo come residenza principale e infine, per sistemare il parco, giunse nientemeno che André Le Notre, l’architetto francese che aveva realizzato i giardini di Versailles per il Re di Francia.  Ma ancora non basta.  Il Cardinale arricchisce gli interni degli edifici e i viali del parco con una ricca raccolta di dipinti e statue, acquistando le collezioni d’arte dei Cesi, dei Cesarini, dei Pio da Carpi, degli Orsini, dei Soderini e degli Altemps.

E’ così che il “Cardinal Padrone” crea quella meraviglia del Seicento che è stata Villa Ludovisi.  La raccolta del Cardinale, infatti, arrivò a comprendere più di 450 sculture e la sua leggendaria fama attira visitatori e artisti come Goethe e Schiller, che con le loro poesie descrivono le suggestioni ispirate dalla bellezza dei marmi antichi e dei giardini.

Pochi anni dopo, inizia la decadenza della villa. Intorno al 1665, Don Giovanni Battista I (1647–1699) Ludovisi, principe regnante di Piombino e dell’Isola d’Elba e nipote del Cardinale, da inizio alla dispersione di marmi e dipinti: nel 1670 vende la villa ai Rospigliosi, ma la famiglia riesce a riscattarla con la vendita di alcuni terreni.

I primi anni del XIX secolo vedono l’abbandono di Villa Ludovisi, che fu di nuovo abitata con l’arrivo della famiglia Boncompagni.  Nel 1815, il Principe Don Luigi Maria Boncompagni-Ludovisi (1767-1841) acquista le confinanti proprietà Belloni e Borioni.

L’impianto originale del giardino, concepito da Le Notre e caratterizzato da viali che lo percorrevano in senso ortogonale, era rimasto ma il complesso era sostanzialmente abbandonato e solo viaggiatori continuano ad aggirarsi in quel bosco incantato.

Hermann Grimm, scrittore e storico figlio e nipote dei celebri Fratelli Grimm autori di fiabe per ragazzi, nel 1886 scriveva  “… io credo che se si fosse posta la domanda su quale fosse il più bel giardino del mondo, coloro che conoscevano Roma avrebbero risposto senza esitare: Villa Ludovisi …”.

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Villa Ludovisi

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