Stadio Nazionale

Lo Stadio Nazionale, poi chiamato Stadio del Partito Nazionale Fascista e successivamente Stadio Torino, sorgeva su viale Tiziano, sotto Monti Parioli, dove ora è lo Stadio Flaminio.

Lo Stadio Nazionale era il principale impianto sportivo italiano dedicato al calcio. Poteva ospitare quasi 50.000 persone e fu teatro di molte partite del Campionato del Mondo del 1934 (tra cui la finale Italia-Cecoslovacchia vinta dagli azzurri per 2-1). Roma e Lazio lo utilizzarono fino al 1953, quando si trasferirono allo Stadio dei Centomila (oggi Stadio Olimpico).

Sorgeva, dove oggi è lo Stadio Flaminio, a fianco dello Stadio della Rondinella, che si trovava nell’area dove ora sorge il Palazzetto dello Sport, e dell’Ipppodromo di Villa Glori, che si trovava nell’area dove oggi sorge l’Auditorium.

Caduto il disegno di realizzare il nuovo stadio nell’area del Circo Massimo (su progetto di Giulio Magni del 1908), lo Stadio Nazionale è costruito nel 1911 in occasione del Cinquantenario dell’Unità d’Italia (Esposizione Universale del 1911) da Marcello Piacentini in collaborazione con l’architetto Guazzaroni e lo scultore Vito Pardo (1872-1933), noto per una serie di grandi opere bronzee che celebrano le vittorie del Risorgimento italiano. Unica sua opera a Roma è il busto di Vincenzo Lomonaco al Pincio.

fotoLo Stadio è ispirato al Panatenaico di Atene, edificato nel IV sec. a.C. da Licurgo. con una sola curva e l’ingresso in corrispondenza del lato corto. A coronamento della facciata d’ingresso furono posti quattro gruppi in bronzo di Amleto Cataldi: la Lotta, il Pugilato, il Calcio, la Corsa (vedi Villaggio Olimpico. Le sculture di Cataldi).

Nel 1927 (anno della prima ristrutturazione) fu chiamato Stadio del Partito Nazio­nale Fascista, per poi riprendere il nome originario nel 1943, alla caduta del regime. Nel 1949, dopo lo schianto dell’aereo a Superga in cui perirono tutti i calciatori del mitica squadra del Torino, il CONI pose una targa in ricordo della grande squadra e tutti cominciarono a chiamarlo Stadio Torino (an­che se il Comune di Roma, proprietario dello stadio, non ratificò mai ufficialmente la nuova denominazione). Nel 1957, nell’ambito dei lavori per ospitare degnamente i Giochi Olimpici del 1969, l’impianto venne demolito e appena due anni dopo, nello stesso luogo, sorse lo Stadio Flaminio, costruito dall’impresa Nervi & Bartoli.

Una storia all’insegna dello sport, durata quasi 40 anni.

I quattro gruppi scultorei in bronzo di Amleto Cataldi (vedi Villaggio Olimpico. Le sculture di Cataldi) che che ornavano la facciata dello stadio in alto, dopo una lunga ricerca nei depositi comunali da parte di un comitato di cittadini, sono stati collocati a terra nei giardini del Villaggio Olimpico nel 1957.

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