ln via Campania, nel rione Ludovisi, sorge un particolare edificio che ha la caratteristica di essere plurifunzionale. Realizzato a partire dal 1965, è una delle opere più importanti dello studio Passarelli.
Insieme al palazzo della Rinascente e all’edificio in via Torino di Adalberto Libera, Leo Calini ed Eugenio Montuori, questo palazzo esprime quanto di meglio sia stato realizzato a Roma intorno al 1960 ed è considerato uno dei migliori esempi di inserimento di un edificio contemporaneo nel tessuto storico della città di Roma.
La realizzazione dell’asse tra via XX settembre e il quartiere Africano comportò a cavallo tra il XIX ed il XX secolo la distruzione di una porzione di mura per innestare via Po con via Romagna. All’angolo tra via Romagna e via Campania, affacciato sul “taglio” delle Mura Aureliane, si trova questo caratteristico edificio polifunzionale, realizzato a partire dal 1965, da Paolo Cercato nello studio Passarelli ed è testimonianza della ricerca espressiva, tipologica e tecnologica di quegli anni.
Bruno Zevi lo definì uno degli edifici migliori del ventesimo secolo.
L’edificio ospita quattro differenti funzioni: garage, commercio, uffici e residenze, distinguibili da diversi linguaggi architettonici. Al piano terreno, in posizione ribassata rispetto al livello stradale, vengono collocati i negozi. Nell’interrato sorge l’autorimessa. Al primo, secondo e terzo piano ci sono gli uffici, racchiusi in un volume vetrato che riflette la facciata interna delle Mura Aureliane creando l’effetto di “ricucirne” il taglio.
La parte superiore dell’edificio, molto più libera e con ampi sbalzi, è la parte destinata alle dodici residenze, composte da singoli appartamenti circondati da logge e fioriere variamente articolate. La parte destinata ad uffici segue il perimetro dell’area, di forma trapezoidale, mentre la parte oltre il terzo piano, destinata ad abitazioni, è a pianta rettangolare.
Cercato e Passarelli per la prima volta fanno impiego di un materiale che verrà utilizzato di lì a poco in tutto il mondo: il curtain wall in vetro specchiante. Della stessa altezza delle mura sono i tre piani di uffici rivestiti in vetro brunato, che creano un effetto specchio duplicando la vista delle mura e del verde. Il volume vetrato proietta un’ombra intensa sull’elemento sottostante, marcando la differenza volumetrica; è un pieno che schiaccia un vuoto. Nel corso del tempo, la chiusura delle vetrine mediante vetri opachi al piano terra ha fatto in modo che l’intero edificio perdesse molte sue possibilità espressive; la parte basamentale, leggermente arretrata e ribassata rispetto al livello stradale sembrava risucchiare l’attenzione dei passanti.
Nei piani interrati del garage ciascun pilastro diventa un unico elemento circolare utile per il passaggio delle macchine. L’accesso di quest’ultime al garage è consentito mediante una rampa circolare che scende fino a quasi quattordici metri sotto il livello stradale.
Circolari sono anche le due scale che salgono, una ai piani destinati agli uffici, l’altra alle residenze. Sono realizzate in cemento armato e si avvitano intorno ad un unico pilastro.
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