La fonte di Anna Perenna è in un locale sotterraneo in via Guidubaldo del Monte 4 a fianco della chiesa del Sacro Cuore.
Nel 1999, vicino a piazza Euclide, durante gli scavi per un parcheggio interrato in via Guidubaldo del Monte, a una profondità compresa tra circa i 6 e i 10 metri dal piano stradale, sono venuti alla luce i resti di una fontana, alimentata dall’Aqua Vergine, di forma rettangolare con iscrizioni murate che riportano il nome della dea. La fontana sembra essere più antica della costruzione dell’acquedotto (I secolo a.C.) e utilizzata fino al medio evo.
Nella cisterna retrostante la fontana sono stati trovati nel fango rappreso svariati oggetti utilizzati per pratiche magiche e riti religiosi: cinquecento monete e settanta lucerne, alcune delle quali contenenti laminette di piombo incise a graffio, legate alle pratiche di defixiones (testi di contenuto magico, spesso contenenti maledizioni e figurine antropomorfe), un pentolone di rame oltre a tracce di materiale organico (tra cui gusci di uova e pigne, tipici simboli di fertilità).
E’ la fontana di Anna Perenna, un’antica divinità latina. Un luogo veramente magico a cui si accede con una porta stretta ed una scala profondissima.
Si tratta di una vera “Fontana dell’Amore”, cioè la Fontana della più antica Dea romana: Anna Perenna. Anche questa è una Dea dalla triplice magia, la cui festa cadeva il 15 marzo che i latini antichi facevano combaciare con l’inizio del nuovo anno. Anna Perenna era la “fata” che dava la fertilità alle donne, la “ninfa” che soprintendeva alle feste sfrenate del capodanno, ma era anche la “strega” che poteva ascoltare le maledizioni.
Tutto questo accadeva attorno a questa fontana che hanno trovato piena di pupazzi di creta con maledizioni, lucerne votive per ottenere la fertilità e soldi, proprio come si fa ora con la Fontana di Trevi. I reperti qui raccolti hanno fornito nuovi dati sul culto della dea e sono conservati nel Museo delle Terme di Diocleziano.
La Fontana di Anna Perenna si trova sul percorso della Salaria Vetus, il tracciato della via utilizzato fino all’avvento dell’Imperatore Nerva (30-98 d.C.), quando, poiché le tecniche edilizie dei romani si erano affinate, fu possibile spianare, in parte, il muraglione di tufo di quello che ora si chiama Monte delle Gioie all’altezza delle attuali Catacombe di Priscilla, aprendo così il percorso della via Salaria Nova.
La scoperta del sito archeologico va messa in relazione con un importante precedente: alcuni anni prima era infatti emerso un altro sito archeologico, che oggi è visibile all’interno dell’Auditorium, la Villa romana dell’Auditorium: un edificio di oltre 2000 mq di superficie, con la tipica struttura della villa romana. Entrambe le costruzioni infatti erano nel perimetro del leggendario Bosco Sacro di Anna Perenna che si trovava al primo miglio della Via Flaminia.
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Bibliografia: La storia dei Parioli. Typimedia Editore. pag. 58 - 60