Ambasciata della Germania presso la Santa Sede

L’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede ha l’ingresso sia in via di Villa Sacchetti 4 che in via dei Tre Orologi 22 dietro Villa Delfino, su una delle strade più esclusive di Roma.

Dopo il frazionamento del parco della grande Villa Sacchetti, l’area era coperta di pini e cipressi e apparteneva alla vicina Villa Svezia, un piccolo castello fatto costruire dalla regina svedese Vittoria di Baden all’inizio del XX secolo.  Successivamente, la parte del giardino della villa scoscesa verso via di Villa Sacchetti è venduto al barone Aliotti che fa costruire la sua villa, Villa Aliotti appunto, da Clemente Busiri Vici.

Sul terreno di Villa Aliotti,   dal 1980 al 1984, è stato costruita l’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede l’edificio che vediamo oggi, realizzata su progetto dell’architetto di Monaco A. Freiherr von Branca, con G. Teebken e K. Blum, 

L’Ambasciata ospita sia la residenza dell’Ambasciatore sia la cancelleria con gli uffici del Corpo Diplomatico ed è una moderna costruzione con mattoni a vista, che si inserisce perfettamente nel panorama urbano romano delle ville intorno. 

Il lotto ha dimensioni contenute ma è pieno di fascino: degrada dolcemente verso occidente – siamo nella parte alta delle pendici di Valle Giulia che, in una certa misura, rappresenta un archetipo del paesaggio suburbano di Roma.

Il maggior pregio del progetto, vincitore nel 1965 di un concorso bandito dal governo dell’allora Repubblica Federale di Germania, è quello di essere riuscito a interpretare in maniera molto suggestiva i caratteri del sito. Per non alterarne le condizioni, von Branca ha utilizzato il dislivello del terreno per realizzare un sistema doppio: il corpo degli uffici e degli spazi accessibili al pubblico è collocato alla quota più bassa, all’altezza di via di Villa Sacchetti, mentre la sua copertura, interamente ricoperta da un prato, costituisce il prolungamento del giardino sul quale si affaccia il corpo a due piani della residenza dell’ambasciatore, il cui ingresso si trova a una quota più alta che si raggiunge da via dei Tre Orologi.

Tutto l’edificio è rivestito in mattoni ed è fortemente segnato dalle canne dei camini e dalle balaustre delle terrazze. «Il suo disegno – dichiara il progettista – riprende la configurazione semplice e schietta degli elementi che punteggiano le Mura Aureliane».

A tutte le ambasciate tedesche è richiesta economia di spazio e una certa austerità di forme e questo ha offerto agli architetti l’opportunità di accentuare il senso di spaziosità dell’interno sia utilizzando grandi superfici vetrate sia attraverso una serie di spazi a doppia altezza.

L’apertura di rappresentanze diplomatiche tedesche permanenti presso la Santa Sede risale all’inizio del XVI secolo. L’Imperatore del Sacro Romano Impero di Nazione Germanica ha un Ambasciatore a Roma fino al 1806, anno del suo collasso. I Duchi bavaresi avevano già dall’inizio del XVII secolo agenti e ministri residenti a Roma. La Prussia aveva un rappresentante dal 1747, dopo che la Slesia era stata sottratta all’Austria e il numero dei sudditi cattolici nel territorio prussiano si era ottuplicato. In quel periodo arrivano dalla Prussia a Roma personalità eminenti e rappresentanti del protestantesimo culturale che, oltre alle relazioni con il Vaticano, si occupano dello studio della storia romana antica (citiamo tra gli altri Wilhelm von Humboldt, Barthold Niebuhr e Christian von Bunsen).

La Legazione di Prussia prepara il terreno per la fondazione dell’Istituto Archeologico Germanico nel 1829, che inizialmente ha sede presso la sede della Legazione sul Campidoglio a Palazzo Caffarelli. La Legazione pone altresì le basi per la fondazione della Comunità Evangelica Tedesca di Roma avvenuta nel 1819.

Nel 1915, dopo l’entrata in guerra dell’Italia, gli ambasciatori presso la Corte Papale di Prussia e di Baviera lasciano Roma e rimangono fino al 1919 a Lugano. In seguito, entrambe le legazioni fanno ritorno a Roma.

Nel 1920 la Repubblica di Weimar stabilisce rapporti con la Santa Sede, che aprì per la prima volta una Nunziatura a Berlino, e la Legazione di Prussia venne trasformata in “Ambasciata Tedesca presso la Santa Sede a Roma” pur mantenendo le sue funzioni di rappresentanza della Prussia. Solo nel 1934, nell’ambito dell’abolizione dei Lander da parte del regime nazista, è chiusa la Rappresentanza bavarese presso la Santa Sede e termina il doppio accreditamento dell’Ambasciatore Tedesco come Inviato Prussiano.

Nel giugno 1944, a seguito dell’arrivo degli Alleati a Roma, i dipendenti dell’Ambasciata Tedesca presso la Santa Sede sono internati a Taormina; soltanto l’Ambasciatore e un collaboratore si trasferiscono con le proprie famiglie al Vaticano, da dove continuano a curare i rapporti del neutrale Vaticano con il Reich fino alla capitolazione. Lasceranno il Vaticano nel maggio 1946.

Le relazioni diplomatiche tra la Repubblica Federale di Germania e la Santa Sede sono riallacciate nel 1954.  Mentre la Repubblica Democratica di Germania (detta Germania Est) non ha mai intrattenuto rapporti diplomatici con la Santa Sede.

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Villa Aliotti

Villa Aliotti sorgeva in fondo al vicolo delle Tre Madonne dove ora è l'Ambasciata della Repubblica Federale di Germania. MAPPA della Zona Pinciano 5 (da Villa Taverna a Villa Giulia) Continue reading →

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Via di Villa Sacchetti

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Bibliografia essenziale

  • "Guida all'architettura moderna. Roma. 1909-2000", di Tullio Ostilio Rossi
  • "Detail", n. 4, 1987;
  • Bauen Heute. Architektur der Gegenwart in der BRD, KIett Cotta, Miinchen 1985, pp. 54-55;
  • Disegni di architettura, p. 96.
  • "Parametro", n. 142, dicembre 1985.
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