San Giuda Taddeo

Nel quartiere Trieste, in via Rovereto angolo via Gradisca, a due passi da viale Gorizia, sorge una piccola chiesa, quasi un oratorio, dedicato all’apostolo Giuda Taddeo, con annesso Istituto delle Suore Carmelitane di Santa Teresa di Firenze: la Piccola Casa San Giuda Taddeo.

Il tempio fu inaugurato nel 1931.

La scelta di intitolare la nuova chiesa in onore di questo Apostolo poco conosciuto è da far risalire alla fondatrice della “Piccola Casa” la pia signorina tirolese Carolina Tozzi, donna di grande fede, apostolo di carità verso le anime più bisognose. Nel 1907, iniziò ad accogliere nel suo modesto appartamento bambine abbandonate e bisognose. In una stanzetta era stata allestita una piccola cappella dove accorrevano molte persone a pregare ai piedi di San Giuda Taddeo raffigurato in un quadro che ancora oggi si venera nella sagrestia della chiesa.

La “Piccola Casa di San Giuda Taddeo” nel 1922 è passata sotto la direzione delle suore carmelitane di Santa Teresa di Firenze e da allora ad oggi accoglie gratuitamente ragazze dai 7 ai 18 anni affidate direttamente dai genitori o dai servizi sociali appartenenti a famiglie disgregate, in precarie condizioni economiche o extracomunitarie. Fidando nella Divina Provvidenza poiché non possiede alcun fondo o entrata fissa, l’Istituto si regge per la Carità di persone benevole che ne sono l’energia vitale…. motore e sostegno dell’Opera benefica.

L’Istituto con l’aiuto dei beneffattori provvede all’assistenza materiale, morale ed educativa delle minori lasciando loro libertà di culto (ci sono anche alcune musulmane) e sostenendole nel cammino scolastico e nella crescita personale. Continua inoltre, per quanto è possibile a seguirla, a guidarla anche una volta uscite dall’Istituto.

L’interno della Chiesa ad una navata si presenta raccolto, silenzioso, confortevole e lindo; un’oasi di pace che invita alla preghiera i fedeli del quartiere, della città, di tutte le parti d’Italia. A chi entra, sulla destra in fondo, appare uno struggente Crocifisso, una vera e sconosciuta opera d’arte, nella sua espressione di dolore e di sofferenza: da lontano il Cristo sembra con gli occhi chiusi, ma avvicinandosi e soffermandosi sotto alla Croce, vicino ai suoi piedi, le palpebre sono socchiuse e mostrano l’occhio del Cristo.

Sull’altare principale della chiesina campeggia un grande quadro di buona fattura eseguito dal pittore E. Ballerini (1940). Sulla tela è rappresentato l’incontro di San Giuda Taddeo con Abgar, re di Edessa, sull’altopiano mesopotamico ai confini con la Siria. Abgar era stato informato che uno straniero era giunto in città e operava prodigi di ogni genere. Il re lo mandò a chiamare e San Giuda gli portò un’effige del Salvatore. La figura luminosa del Maestro guarì istantaneamente il re malato di lebbra. Questo miracolo conquistò alla fede di Gesù il Re, la sua famiglia e gran parte della popolazione.

Questo episodio è la sintesi della vita dell’Apostolo e dell’Opera sua: come San Giuda Taddeo mostrò un giorno al re il volto del Redentore, così continua a mostrarlo alle genti nei secoli e come in quel giorno, egli illumina i popoli, le menti e i cuori.

Ai lati dell’Altare Maggiore ci sono l’Altare al Sacro Cuore di Gesù e l’Altare alla Madonna dove si trova una tela dipinta dal Ballerini che rappresenta una soave immagine della Vergine Maria che con gesto affettuoso solleva il suo Gesù e lo stringe al cuore.

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