Palazzina in viale Liegi 42

In viale Liegi 42, c’è una palazzina che si fa notare. Una targa vicino al portone ci dice l’anno di costruzione al 1922 e ne attribuisce la paternità a Marcello Piacentini.

La palazzina fu realizzata sui terreni di Villa Nobili.  È una delle migliori opere del giovane Piacentini rimaste ancora oggi, fortemente influenzata dallo stile viennese, di cui l’architetto era fervente ammiratore.  Solo qualche anno dopo (ad esempio nelle vicine case di via Giovanni Battista Martini 6), nei progetti di Piacentini faranno la loro comparsa i primi elementi «Novecento» che negli anni successivi costituiranno l’ossatura sulla quale egli costruirà un proprio linguaggio eclettico, scenografico e monumentale.

L’ultimo restauro è stato cromaticamente errato poiché tutte le modanature e le cornici erano, in origine, color travertino mentre oggi sono di un giallo inaccettabile.

La pianta dell’edificio è ad L, con il tratto lungo che si sviluppa lungo via Montevideo e quello breve su Viale Liegi.  L’aspetto esterno del villino è segnato dagli aggetti del bow-windows sul fronte e sul fianco lungo via Montevideo.  L’intonaco che caratterizza le murature esterne, scuro a striature orizzontali, offre raffinati effetti chiaroscurali. Entrambi gli elementi sono caratteristici della “Secessione viennese” e assolutamente inconsueti nel panorama romano.

L’edificio si sviluppa su 4 piani più l’attico e ha due grandi alloggi per piano. L’atrio è incorniciato da semicolonne, con un rivestimento di marmi policromi sotto gli archi accecati con l’arriccio. Fu progettato sulla base di una precedente struttura in muri portanti di tufo (uno schema a L) già stata realizzata nel 1916 fino all’altezza del piano terreno e risente quindi dell’impostazione rigida della pianta preesistente. Questo giustifica in parte l’ovvietà dell’impianto distributivo degli alloggi, impostati su lunghi corridoi di disimpegno che rimandano alla soluzione tipica delle abitazioni dei blocchi ottocenteschi.  L’ultimo piano è caratterizzato da tre finestre ad arco; sul tetto si apre centralmente una cimasa con timpano contenente una finestra, affiancata da due sfere decorative, inoltre sono presenti due abbaini e comignoli, sulla destra si apre una lunga terrazza sormontata da un pergolato.

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Bibliografia: Piero Ostilio Rossi. Roma - Guida all'architettura moderna - 1909-2000

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