Porto di Ripetta

Il porto di Ripetta, o porto Clementino, era uno scalo fluviale, realizzato con un’architettura tardobarocca, lungo il Tevere, nell’area antistante alle chiese di San Girolamo dei Croati e San Rocco all’Augusteo, nel Rione Campo Marzio dove oggi è l’attuale piazza del Porto di Ripetta.

Nel XIV secolo, nell’area antistante alle chiese esisteva un piccolo porto rudimentale utilizzato per lo scarico di legname, carbone e vino.  Solamente all’inizio del Settecento papa Clemente XI approvò il progetto per la realizzazione di un nuovo porto dall’aspetto monumentale, dotato di banchine, scalinate e piazzali.  Il disegno fu affidato all’architetto Alessandro Specchi, che si avvalse della collaborazione di Carlo Fontana e il materiale per la costruzione era disponibile: l’anno prima infatti (nel 1703), un terremoto aveva fatto crollare tre arcate del Colosseo e il travertino era a disposizione di chi ne avesse bisogno (con il benestare delle autorità).

Il porto di Ripetta è costruito nel 1704 sulla riva sinistra del fiume, a monte di Castel Sant’Angelo.  Era il secondo porto fluviale di Roma per importanza, dopo quello di Ripa Grande, situato più vicino al mare a poca distanza da Porta Portese, e fu costruito nella zona in cui, fin dal XIV secolo, venivano scaricati barconi provenienti dal nord (il porto di Ripetta infatti era dedicato soprattutto al traffico con il retroterra umbro).

La costruzione, inaugurata nel 1704,  era caratterizzata da due ampie scalinate curve, che collegavano le banchine al livello del piano stradale.  Al centro si apriva un emiciclo, dove era collocata una fontana per abbeverare gli animali da soma impiegati nel trasporto delle mercanzie.  Ai lati dell’emiciclo si innalzavano due colonne, utilizzate per indicare il livello raggiunto dalle alluvioni del Tevere.

Nel tempo il porto di Ripetta subì un rapido degrado, e fu infine demolito a seguito della costruzione dei “muraglioni” del Tevere, la cui necessità fu stabilita dopo la piena del 1870 e la cui costruzione iniziò nel 1875.  A immagine del porto disegnato da Specchi e Fontana, a fine secolo fu edificato un nuovo approdo, tuttora presente sulla stessa riva, a meno di un chilometro a monte, in seguito denominato Scalo de Pinedo (1925) in onore del generale Francesco de Pinedo.

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