Il quartiere Flaminio presenta una serie di criticità urbanistiche dovute alla presenza delle caserme di via Guido Reni e agli sviluppi della “città sportiva” che la circonda, ma non solo.
Il Piano delle Olimpiadi, in cui fu definito il moderna assetto del Villaggio Olimpico e del Foro Italico, non affronta il tema della testata del ponte Duca d’Aosta verso il quartiere Flaminio, cioè dell’attuale piazza Mancini. Il ponte ribatte il poderoso sistema assiale impostato sul punto di rotazione dello Stadio dei Cipressi (poi Stadio dei Centomila, poi Stadio Olimpico), e costituito dalla Fontana della Sfera, dal piazzale dell’Impero e dal Monolite Mussolini: era quindi necessario che sulla sponda opposta del fiume fosse realizzato un dispositivo urbano che ne concludesse l’impianto raccordandolo con il tracciato di viale Pinturicchio.E’ stato necessario attendere trent’anni e un nuovo evento sportivo di rilievo, i Campionati Mondiali di Calcio del 1990, per vedere la sistemazione di piazza Mancini. La soluzione attuata, però, che ha eliminato il tracciato di viale Brunelleschi, ha creato un informe giardino privo di qualunque respiro urbano, addirittura incapace di guardare al di là del fiume e di comprendere l’importanza del sistema assiale di cui fa parte e a cui invece si frappone come una presenza casuale e imprevista. Per questo il rapporto tra il ponte Duca d’Aosta, il lungotevere e la piazza rimane un problema aperto e ancora tutto da risolvere. L’indicazione del nuovo Piano Regolatore che inserisce l’area in uno degli Ambiti di valorizzazione della Città storica, lascia sperare che la questione possa essere nuovo affrontata con la necessaria perizia progettuale.”
Viale Pinturicchio, via Guido Reni e viale del Vignola sono gli assi del tridente impostato su piazza Gentile da Fabriano. Un sistema, questo, che fin dal Piano Regolatore del 1909 attendeva la costruzione di un ponte che lo collegasse con la zona di Prato Falcone, la testata meridionale del Foro, all’altezza della Casa delle Armi di Luigi Moretti e della Foresteria Sud di Enrico Del Debbio e, in fondo al rettilineo, al parco di Monte Mario. Dopo più di un secolo, quindi, la costruzione del Ponte della Musica (inaugurato nel 2011) ha permesso di realizzare questa seconda connessione tra il quartiere Flaminio e il complesso del Foro ma non è stata messa mano all’attuale sistemazione urbana dall’altra parte del fiume che rende il parco di Monte Mario praticamente irraggiungibile.
La realizzazione del viadotto di corso Francia e del relativo svincolo veloce su viale Maresciallo Pilsudki ha richiesto l’eliminazione della corsia esterna di questo viale, deviando il traffico che da viale dei Parioli e piazza Euclide si dirige verso la via Flaminia su viale Pietro De Coubertin. Oggi con la realizzazione dell’Auditorium viale pietro de Coubertin è stato ridotto ad un unica corsia e questa deviazione a cui è costretto il traffico proveniente dai Parioli verso il Flaminio è diventata una delle criticità della circolazione in questa area.
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