Quartiere Sebastiani è il nome, ormai in disuso, con cui era chiamata l’area del quartiere Pinciano, tra le attuali via Giovanni Paisiello, viale Gioacchino Rossini e Villa Borghese.
Fino agli inizi dello scorso secolo, la zona al confine orientale di Villa Borghese era ancora caratterizzata dalla presenza di vigne e terreni agricoli.
L’ing. Adolfo Sebastiani a inizio Novecento acquista il vecchio convento su via dei Parioli (oggi via Giovanni Paisiello) che si trovava tra le attuali via Giacomo Carissimi e via Nicolò Porpora, con i terreni retrostanti, da Villa Taverna a villa Borghese, della vigna dei Padri Carmelitani Scalzi di Santa Maria della Vittoria. Mentre si completava la costruzione del quartiere, prima che fosse buttato giù, nel vecchio convento abitò Giacomo Balla.
Con il Piano Regolatore del 1909, L’area è scelta per la prima lottizzazione al di fuori delle mura cittadine, è classificata “di espansione edilizia periferica”, indirizzata alle classi agiate ed edificata a villini. Sebastiani inizia la costruzione dei villini, tutti in stile barocchetto romano caratterizzato dall’uso decorativo di motivi architettonici ispirati prevalentemente alla maniera barocca e utilizzato a Roma profusamente negli anni Venti.
La caratteristica principale della zona compresa tra piazza Verdi, via Pinciana, viale Rossini, chiamata con il nome dell’ingegnere Sebastiani, è la tipologia edilizia scelta, il villino. Realizzati dai migliori architetti di inizio novecento, possiamo qui comprendere la felice evoluzione di stile dal Liberty al Barocchetto, fino ad arrivare alle originarie contaminazioni dell’architettura moderna.
Il primo edificio è quello all’angolo tra viale Rossini e via Mercadante, il cosiddetto Villino Sebastiani (attuale Ambasciata della Grecia), dove la famiglia Sebastiani va a vivere. L’ingegner Adolfo Sebastiani, realizza poi le prime costruzioni per le sue figlie, Valeria e Rosmunda:
- Villa Valeria (1913-15) dell’arch. Oriolo Frezzotti e
- il villino in via Mercadante dell’arch. Arnaldo Foschini che, negli anni 1917-20, collaborò al piano generale del quartiere Sebastiani e alla costruzione, con A. Spaccarelli, di alcuni villini, in parte demoliti; tra questi il villino in via Niccolò Porpora, alcuni in via Giacomo Carissimi, via Vincenzo Bellini, in viale Rossini e la palazzina tra via Mercadante e ia Niccolò Porpora.
poi è costruita villa Serena e altri villini di cui molti ancora presenti in quella zona.
L’arch. Carlo Pincherle, architetto e pittore, che costruisce l’elegante villino per la propria famiglia in via Giovanni Sgambati 9, all’angolo con via Pinciana. Qui nascono e trascorrono la loro adolescenza i figli, tra cui Alberto, che noi conosciamo con il nome di Alberto Moravia. Il villino Moravia ospitava anche la famiglia di Olindo Malagodi, direttore del quotidiano “La Tribuna”, in seguito perseguitato dai fascisti, il cui figlio Giovanni Malagodi, che aveva tre anni più di Alberto, è nel dopoguerra leader del Partito Liberale Italiano.
Nel quartiere operarono l’arch. G.B. Milani, l’ing. G. Sleiter e Morpurgo che costruisce all’angolo tra via Vincenzo Bellini e via Giovanni Paisiello il Villino Alatri.
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