Il Tempio di Flora, o Coffee-house, è un complesso neoclassico di Villa Ada Savoia che sorge di fronte al Casino Pallavicini. Restaurato completamente nel 2000, appare oggi in cattive condizioni.
MAPPA della Zona Parioli 2 (Villa Ada e Monte Antenne)
Il parco di Villa Ada Savoia è un giardino all’inglese che si basa sull’accostamento e sull’avvicendarsi di elementi naturali e artificiali. Tra gli arredi del parco, relativamente pochi in considerazione della sua estensione, spicca per qualità architettonica il coffe-house settecentesco presso il Casino Pallavicini. L’edificio, conosciuto come Tempio di Flora, testimonia il gusto neoclassico imperante tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento.
Il fronte dell’edificio verso la strada ha l’aspetto di un tempietto dorico tetrastilo, cioè con quattro colonne in stile dorico sulla fronte, adorno nella trabeazione da croci e aquile, forse aggiunte da casa Savoia.
Entando ci troviamo in una saletta circolare con un’abside curvilinea che, riprendendo il motivo del colonnato, è scandita da paraste doriche che incorniciano grandi finestroni aperti su un sottostante invaso ad anfiteatro, detta il Teatro, con al centro una fontana in ghisa tardo-ottocentesca, frutto di un rimaneggiamento in chiave romantica del luogo. Sotto l’abside del tempietto poggia su un portico, anch’esso affacciato sul Teatro.
Affacciandosi dall’abside del Tempio di Flora e guardando sulla destra, si intravede nella vegetazione un massiccio ponte che superava un laghetto settecentesco oggi non più esistente.
Il progetto e la realizzazione dell’edificio, secondo la testimonianza di Francesco Bettini, sono dovuti all’architetto francese Auguste de Saint Hubert (1755-1798) che durante uno dei suoi soggiorni romani, intorno al 1790, è al servizio dei principi Pallavicini, allora proprietari dell’area.
Il Tempio è una delle cosiddette “fabbriche da giardino” che erano di prammatica nei giardini paesaggistici i francesi dell’epoca e che Hubert conosce bene. Sul finire del Settecento a Roma, nonostante che la diffusione dei cosiddetti “giardini di paesaggio” sia limitata e in ritardo rispetto agli altri paesi europei, ne nasce uno arcinoto: il Giardino del Lago di Villa Borghese con il Tempio di Esculapio al centro dello specchio d’acqua.
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