Questa pagina riporta un testo di Giuseppe Vasi che parla del tratto di via Flaminia tra Ponte Milvio e la chiesetta di Sant’Andrea del Vignola.
Volendo ora intraprendere con buon’ordine il nostro cammino, ed osservare con piacere tutte le parti di quest’Alma Città, farà cosa molto spediente incominciare dal Tevere, mentre essendo questo Fiume reale assai celebre nell’Istoria Romana, ci darà grande ajuto a ritrovare e riconoscere il sommo pregio delle magnificenze di questa Metropoli, tanto più, che da questo Fiume la maggior parte delle Nazioni dovrà passare prima di entrare in Roma.
Chiamossi ne’ primi tempi Albula, per le acque torbide, che portava, com’anche oggidì; poi si disse Tibris da Tibri Re, o Capitano de’ Tuschi, che vi si affogò; ora però dicesi corrottamente Tevere, ed in latino Tiber. Nasce più in alto, e presso all’Arno nel monte Appennino, e nel corso intorno a 150 miglia, entrano in esso 42 fiumi: onde gonfio passando di fianco a Roma, la rende colla sua navigazione non solo deliziosa, ma altresì abbondante di ogni sorta di viveri, e di mercanzie. Sono in oggi sopra di questo Fiume cinque ponti tutti antichi, il primo de’ quali è lungi dalla città quasi due miglia, e dicesi volgarmente Ponte Molle
Or dovendo da questo principiare il nostro dilettevole viaggio, non bisogna, mio Lettore gentile, mirare solamente la semplice struttura di esso, ma scorrere più presto col pensiero a rammemorarsi quei tanti Eroi, che passando per esso vennero a Roma vincitori di Regni, e Provincie le più vaste e lontane; ed insieme quanti Re e Capitani prigionieri, o pur tributarj, ed officiosi vi possarono per venire a prestare omaggio al senato e popolo romano. Da Emilio Censore, che lo edificò fu chiamato Ponte Emilio, dipoi Milvio, ed ora Ponte Molle vien detto. Dell’antico non ritiene altro, che la torre fatta da Bellisario, e i piloni sopra cui Niccolò V rifece il ponte. Ne’ secoli antichi si difendevano fin quì le oscenità del gentilesimo, perciò era frequentata questa contrada da Nerone. In oggi però dal medesimo ponte principia a farsi vedere la pietà de’ Fedeli, e la santità della nostra Religione, essendo sopra di esso collocata un’immagine della santissima Vergine, ed al fianco la statua di s. Giovanni Nepomicen.
Da Cajo Flaminio vincitor de’ Liguri prese un tal nome la via Flaminia, che passa sopra questo ponte, perché con generosità la lastricò l’anno 533. di Roma fino a Rimini, ove finiva la Gallia cisalpina; né ha mutato nome, anzi con esso seguita, come anticamente, fino alla piazza di Sciarra, ove si unisce colla Via Lata. Era in quei tempi come la trionfale ornata di archi, e statue di uomini illustri; ora però vi sono de’ sagri tempj, e sagre immagini.
Pochi passi dopo il detto ponte evvi a sinistra la Statua di S. Andrea Apostolo alzata sin dall’anno 1462. da Pio II. in memoria di essere stata ivi per una notte conservata la di lui sagra Testa, quando dal Peloponneso fu portata a Roma, e però fuvvi eretto un frontespizio, con 4 colonne, e vi fu destinato un Eremita, che ne avesse cura.
E poco dopo evvi la Chiesa di S. Andrea Apostolo. Giulio III, per una grazia ricevuta dal santo Apostolo mentre era Prelato, crede questa piccola chiesa con disegno però di Giacomo Barozio da Vignola, e se ne vede in stampa la pianta, lo spaccato, ed il prospetto.”
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