Parco Nemorense

Il Parco Nemorense o Parco Virgiliano è il cuore verde del quartiere di piazza Verbano e si trova tra via Nemorense, via Lago di Lesina, via Martigliano e via Panaro. 

Parte integrante del nuovo complesso del quartiere Trieste che stava sorgendo intorno a piazza Verbano è il Parco Virgiliano, oggi conosciuto come Parco Nemorense, realizzato nel 1930 dell’architetto Raffaele De Vico e dedicato a Virgilio in occasione del bimillenario della nascita del poeta ed inaugurato il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma.

La competenza di “agrimensore” del suo progettista è ben riconoscibile dalla ricca varietà delle essenze arboree utilizzate dai tigli del viale principale, ai salici del laghetto, al sottobosco di arbusti mediterranei (lecci, pini, cipressi, cedri, rose, siepi di bosso, cespugli di mirto) ma anche essenze esotiche come gli eucalipti. Alcune specie sono oggi sono scomparse.

L’accesso princiaple è in piazza Volsinio (via Panaro) dove sono presenti delle scale e una scritta REGNANDO VITTORIO EMANUELE III / BENITO MUSSOLINI CAPO DEL GOVERNO / FRANCESCO BONCOMPAGNI LUDOVISI GOVERNATORE DI ROMA / IL XXVIII OTTOBRE MCM XXX- VIII / QUESTO PARCO VIRGILIANO / DEDICATO AL POETA DELL’ARATRO E DELLA SPADA / AL CANTORE DELL’OLIVO E DELL’ALLORO / NEL SECONDO MILLENARIO DELLA SUA NASCITA / RAFFAELE DE VICO ARCHITETTO.

Al centro del Parco c’è un piacevole laghetto a roccaglie che doveva riprodurre lo stesso ambiente lacustre mantovano, terra d’origine di Virgilio, con un piccolo ponticello e un piccolo corso d’acqua. Il sopravanzo del laghetto avrebbe dovuto alimentare una cascata a scala d’acqua ispirata a quelle di villa Lante e di villa Caprarola, poi non realizzata.
Sono anche presenti due belle fontanelle in travertino da un seguace del Coppedè con mascheroni ghignanti.

Dal punto di vista paesaggistico, il è parco un sistema è percorso da viali che si intersecano fra loro lungo alcune direttive principali, con un viale principale carrozzabile ed altri viali interdetti alle vetture da appositi paracarri, ed ha due due belvedere con piante simmetriche. All’epoca della sua realizzazione, infatti, l’area non era ancora urbanizzata e che dal parco si godeva un bel panorama sui luoghi vicini (la sottostante valle di Sant’Agnese, poi divenuta Corso Trieste, i grandi spazi di Villa Chigi, Via Nomentana e, al di la di questa, Villa Massimo, oltre via Nomentana), sulla campagna romana e sui monti vicini( i monti Sabini e Tiburtini con l’altura del monte Gennaro)

Attualmente, al suo interno, sono presenti un bar ristoro, un giostraio, una piccola area cani, un campo di bocce, altalene e giochi per bambini, una pista di pattinaggio.

In un’aiuola un libro bianco con una scritta: UGO FORNO / STUDENTE ROMANO / CADUTO PER LA LIBERTA’ (1932-1942) / S.P.Q.R. 4 GIUGNO 2005

Il progetto originale prevedeva un palco per la musica domenicale, una piccola pista per bambini, un’area per le altalene, un piazzale per la ginnastica e un teatro per i burattini. Era anche previsto, come i tutte le ville romane che si rispettano, un casale svizzero (costruzione qui prevista per per la vendita del latte).

Il Parco Nemorense è una villa storica ed è tutelato nel suo complesso dal Dgls 22 gennaio 2004 n. 42 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” ed è stato oggetto di due importanti interventi di restauro: il primo nel 1999, il secondo nel 2011 a cura del Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde Urbano di Roma Capitale. Nonostante quest’ultimo intervento, la zona nord-est del parco, parzialmente in uso all’AMA di via Martignano, è attualmente in gravi condizioni degrado.

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Ugo Forno

Nel Parco Nemorense una targa ricorda Ughetto Forno, uno studente dodicenne morto per la libertà, ultimo martire della Resistenza romana, insignito della Medaglia d'oro al merito civile alla memoria. MAPPA della Zona Trieste 3 (piazza Verbano)   Continue reading →

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Via Nemorense

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Bibliografia essenziale:

  • “Il restauro del Parco Nemorense a Roma”, Massimo De Vico Fallani, Maddalena Vagnetti. Folia di Acer 3/90;
  • “La vera storia del Parco Nemorense”, Federico Mandillo, Ventinove Undici, febbraio 1999
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