Villa Romana dell’Auditorium. Periodo 6

Questa pagina parla del periodo della Villa Romana dell’Auditorium dal 150 al 225 d.C., la fase di abbandono della villa da parte dei suoi abitanti.

Nell’ultima fase di vita della Villa Romana dell’Auditorium, tra il 150 e il 225 d.C. il complesso è gradualmente abbandonato e l’area è occupata da tombe.

I muri sono rasati tutti alla stessa quota, particolare che ha fatto supporre o una distruzione intenzionale per recuperare il materiale da costruzione o il progressivo degrado degli elevati costituiti da materiale deperibile come legno e argilla pressata.

Tutto il complesso è coperto da un poderoso interro caratterizzato da un’alta concentrazione di materiale ed esteso non solo alla zona che si rileverà poi essere interessata dalle strutture antiche, ma anche a tutta l’area circostante. Sono raccolti soprattutto frammenti di opere murarie di risulta e resti ceramici databili all’epoca imperiale. Poiché tutta la zona indagata è uniformemente ricoperta da tale strato, si è ipotizzato una fase di abbandono nel corso della quale l’area, utilizzata per scopi agricoli, ma costantemente interessata da eventi alluvionali, è progressivamente rialzata e bonificata nel corso dei secoli (in un arco di tempo che va dal II al V secolo d.C.) mediante uno scarico intenzionale di terre che costituirono una sorta di drenaggio artificiale della piana circostante. Tali materiali di risulta dovevano forse provenire dalla distruzione di edifici situati nelle vicinanze.

Al di sotto di questo strato uniforme ne è individuato un secondo, concentrato nella parte sud-ovest dell’area di scavo, del tutto diverso dal precedente, caratterizzato dalla presenza di ceramica, resti di muratura, intonaci dipinti, vetri, tessere di mosaico, frammenti di lastre di marmo, aghi crinali, mescolati ad una fitta concentrazione di ossa umane, animali e a resti malacologici. Tale materiale, databile tra la fine del I e il III secolo d.C., sembra provenire dalla distruzione di edifici funerari posti probabilmente lungo l’adiacente via Flaminia.

Fonti: Tratto da un testo di Paola Chini e Antonella Gallitto, pubblicato su “Il grande Auditorium di Roma. Una porta sul futuro” TIELLE MEDIA Editore S.r.l., 2005

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