Loggia dei vini

La Loggia dei vini di Villa Borghese è uno dei tanti “arredi” della splendida villa suburbana del cardinal Borghese fuori Porta Pinciana, un’originale ed elegante struttura a pianta ovale con otto grandi arcate su pilastri in tufo.

Transitando su via Pinciana verso Ponta Pinciana, tra gli incroci con via Giacomo Puccini, a destra, e viale dell’Uccelliera, a sinistra, dentro il recinto di Villa Borghese, si vede un’originale ed elegante struttura a pianta ovale con otto grandi arcate su pilastri in tufo.

Visto che stiamo camminando lungo il percorso della via Salaria Vetus verrebbe la tentazione di dire che si tratta di una tomba romana ma la sua architettura, aperta e classicheggiante ci fa subito cambiare idea.  Si tratta della cosiddetta Loggia dei Vini, una delle tante “delizie” volute dal Cardinal Borghese nel parco antistante la sua nuova villa suburbana.

Realizzata tra il 1612  e il 1618 sotto la direzione di Flaminio Ponzio, la cosiddetta Loggia dei vini è una raffinata costruzione a pianta ovale utilizzata per riunioni e feste conviviali durante il periodo estivo. .  All’interno della volta vi sono affreschi, ancora visibili tra festoni di stucco, che raffigurano il Convito degli Dei, opera del pittore urbinate Archita Ricci, attivo in quegli anni nella chiesa di San Sebastiano fuori le Mura e in diversi altri cantieri di committenza Borghese.

La  fortuna della famiglia Borghese infatti passa anche attraverso fastosi banchetti e conviti tenuti in Villa Borghese, dal Seicento all’Ottocento.  Dal celebre banchetto in occasione dell’Ambasceria del Giappone del 1619 presso la corte di papa Paolo V, esempio di diplomazia internazionale seicentesca, al banchetto in onore dell’elettrice di Sassonia, allestito nel 1772 presso la Loggia dei Vini e documentato da un dipinto di Ignaz Unterper, fino allo splendido convito offerto dai Borghese nel 1802  in onore del generale Gioacchino Murat, marito di Carolina Bonaparte, in quei giorni in viaggio verso Napoli.

In questo luogo di delizie, gli ospiti venivano intrattenuti al fresco della penombra tra agi e lussi, degustando vini pregiati e prelibati sorbetti: le fonti letterarie dell’epoca non mancano di sottolineare la sontuosità del complesso, impreziosito da sfingi(oggi alla Ny Carlsberg Gliptotek di Copenaghen), fontane, statue, stucchi e affreschi.

Al centro era collocato un grande tavolo rettangolare in marmo, con fori che all’occorrenza venivano riempiti d’acqua, e utilizzati per rinfrescare il vino.

Due tavole in marmo erano destinate a “credenza e bottiglieria”, mentre al centro della loggia era posto un grande tavolo di marmo bianco con incavi nei quali scorreva acqua per mantenere fresche le bevande nei bicchieri.  Per stupire ulteriormente i commensali, sul soffitto era stato montato un congegno meccanico che faceva scendere sugli ospiti una pioggia di petali profumati al termine del convito.

La loggia infine è sopra la Grotta dei Vini, una specie di “cantina” utilizzata per la conservazione delle botti, collegata con un percorso sotterraneo alle cucine del Casino nobile.

La Loggia dei vini, insieme alle Fontane oscure, è quello che rimane della sistemazione del Giardino boschereccio di Villa Borghese disegnato da Flaminio Ponzio nel 1606.

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Bibliografia

  • A. Campitelli, Villa Borghese. Da giardino del principe a parco dei romani, Roma 2003;
  • C. Biasini Selvaggi (a cura di), Degustazioni D’Arte Enologia mitica, spirituale, simbolica e metafisica nelle collezioni pubbliche di Roma, Roma 2003;
  • J. Di Schino, I fasti del banchetto barocco, Roma 2005.
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