Il Villino Ximenes sorge nel quartiere Nomentano e si affaccia su piazza Galeno tra via Bartolomeo Eustachio e via Cornelio Celso. Edificato nel 1902 per Ettore Ximenes, è divenuto sede di un collegio religioso per poi essere riadattato a pensionato universitario. Fu il primo edificio in stile Liberty costruito a Roma.
- MAPPA della Zona Nomentano 1 (la fascia a destra di via Nomentana, da Porta Pia a viale XXI Aprile)
Art Nouveau in Francia. Jugendstil in Germania, Secessione in Austria, Modern Style in Inghilterra, Modernismo in Italia: all’inizio del Novecento lo stile più comunemente conosciuto come Liberty ha avuto uno sviluppo improvviso in tutta Europa e ha toccato tutte le discipline della creatività, dalla pittura all’architettura, dall’illustrazione al design. In Italia, dove è limitato al primo decennio del Novecento, ha visto la formazione di artisti che hanno avuto l’occasione di misurarsi con opere ufficiali di alta rappresentanza e progetti privati più intimi.
È il caso di Ettore Ximenes, scultore di origini siciliane che a Roma ha lavorato e realizzato la Quadriga che sormonta il Palazzo di Giustizia così come il gruppo del Diritto sul Vittoriano (sul terrazzo a destra). Sculture enormi, a cui lavora nel suo studio in piazza Galeno, nel nuovo quartiere Nomentano, dove si era costruito un villino del quale aveva curato tutti i dettagli. Proprio dal confronto tra le sculture ufficiali per i monumenti romani e le preziose decorazioni della sua casa è possibile leggere la sua capacità di passare da uno stile paludato, pomposo e melodrammatico, a un linguaggio più ricercato e raffinato, alla ricerca di materiali preziosi e temi più intimi.
L’edificio è a due piani e a forma di L, costruito in blocchi di tufo siciliano brunito. Ultimato nel 1902, l’edificio nasce dalla felice collaborazione di Ernesto Basile e Leonardo Paterna Baldizzi con lo scultore Ettore Ximenes proprietario del villino che ha realizzati i bassorilievi. E’ un parallelepipedo marrone che presenta stilemi tipici del Liberty siciliano. In particolare, l’edificio s’ispira, per la sua volumetria, per il taglio delle finestre e per l’ambientazione, all’architettura normanna, mentre le decorazioni marmoree, il disegno e l’uso della maiolica s’ispirano ai principi della Secessione Viennese.
Sull’esterno del prospetto principale, quello che affaccia su piazza Galeno, gira un fregio dove grandi artisti formano due cortei diretti all’Altare delle Arti: una rappresentazione quasi religiosa del lavoro dell’artista, che già all’epoca si stava colorando di tinte vagamente sacerdotali e ascetiche. Anche se sopra l’ara artium oggi è stata collocata, fuori contesto, una Madonna (l’edificio attualmente ospita un istituto religioso), tutto il resto della decorazione è caratterizzato da temi classici e naturalistici, come le straordinarie palme che coronano la facciata sulla piazza e la strepitosa aquila bianca, accompagnata da putti che reggono festoni rigogliosi. Le finestre della facciata sono incorniciati da fregi marmorei d’ispirazione floreale e sono sormontate da false piattabande in ceramica con disegni stilizzati. La nicchia centrale è coronata da un fastigio allegorico.
All’interno, il villino conserva pregevoli decorazioni e mobilio d’origine, in stile liberty. Il vestibolo è un bosco incantato, che da l’accesso a un salotto in cui gli stucchi imitano rami d’albero e foglie. Nella parte alta di un’ ala della stanza, Ximenes ha voluto raccontare un breve periodo della storia dell’arte italiana, ritraendo Bernini, papa Urbano VIII, il cardinal Mazzarino e un busto di Luigi XIV. Un chiaro omaggio al Barocco, il primo stile che ha trasformato la pietra in materia organica attraverso l’architettura e la scultura. Chissà come mai non abbia rappresentato Borromini, che su questo argomento aveva osato molto di più. La stanza sul lato opposto dell’ingresso ospita ancora intatta la sala da pranzo dell’artista, decorata con una boiserie intarsiata di tralci e fiori. È qui che traspare il gusto più raffinato del Liberty: non esiste elemento strutturale che non diventi elemento decorativo. Ogni mensola, ogni stipite e battente è il pretesto per dare vita a una pianta, meglio se esotica e rara.
Nel Villino quasi tutto è rimasto intatto, ma purtroppo è stato rimaneggiato lo spazio occupato dallo studio dello scultore, oggi non più visibile, che si trovava al centro dell’edificio. Tutta la zona centrale, dove ora si aprono l’auditorium al piano seminterrato e altre stanze nei piani superiori, una volta costituiva un grande ambiente alto diversi metri. Vi si accedeva attraverso un’ enorme porta, che era collegata all’esterno da una rampa verso via Bartolomeo Eustachio, da dove uscivano le sculture dell’artista destinate. Una moderna fucina di Vulcano.
Allo scultore è dedicata via Ximenes a Monti Parioli, nel quartiere Pinciano.
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