Margherita di Savoia

Margherita di Savoia è stata la consorte di re Umberto I e la prima regina consorte d’Italia.   

La Regina Margherita è stata la prima donna italiana a sedere sul trono italiano e il personaggio politico dell’Italia unita che suscitò, dopo Giuseppe Garibaldi e Benito Mussolini, i maggiori entusiasmi nel popolo italiano, sia nelle classi elevate che in quelle umili.

Fu in gradi di svolgere una mediazione con l’aristocrazia “nera”, rimasta fedele allo Stato della Chiesa e al pontefice dopo la presa di Roma.  Da regina, promosse le arti e la cultura, introdusse la musica da camera in Italia. Una volta alla settimana radunava attorno a sé al Quirinale il meglio della cultura italiana e di quella europea di passaggio nella capitale (Mommsen e Gregorovius, fra tanti altri, furono suoi ospiti). Fu grazie a una borsa di studio da lei concessa che, dal 1880 al 1883, poté studiare al Conservatorio di Milano il giovane Giacomo Puccini.

Nel 1900, Umberto e Margherita erano in visita a Monza per premiare vari atleti nel quadro di una manifestazione sportiva.  Quattro colpi di pistola posero fine alla vita del secondo sovrano d’Italia.

Alla vigilia di Natale, accolta da una numerosa folla, giunse alla stazione Termini per prendere possesso della sua nuova dimora, nel Palazzo Piombino che il figlio le aveva appena comprato in via Veneto, e che sarebbe presto divenuto noto come Palazzo Margherita.

Poi venne la guerra e la regina madre trasformò in ospedale sia il Quirinale (dove operava come crocerossina Elena, moglie del giovane re Vittorio Emanuele III) che la sua residenza romana

Morì nella sua villa a Bordighera il 4 gennaio 1926, a 74 anni.

Alla regina Margherita furono dedicate:

  • la pizza Margherita;
  • il parco botanico “Villa Margherita” di Catanzaro
  • la Capanna Margherita, nel gruppo del Monte Rosa, a tutt’oggi il più elevato rifugio alpino europeo;
  • la Punta Margherita delle Grandes Jorasses,
  • il lago Margherita in Etiopia, scoperto e battezzato in suo onore dall’esploratore Vittorio Bottego;
  • i Giardini Margherita, il parco pubblico di Bologna;
  • il panforte Margherita, nome che i senesi, nel 1879, in occasione della visita dei reali a Siena, diedero alla variante meno speziata del loro dolce più caratteristico;
  • le “Margheritine”, dolcetti tipici di Stresa, che furono ideate nel 1857 per il palato dell’allora principessa Margherita;
  • il comune, Margherita di Savoia, sulle saline in provincia di Barletta-Andria-Trani;
  • il primo battello a movimentazione meccanica in linea sul Canal Grande a Venezia, il “Regina Margherita”, 21 ottobre 1881;
  • la prima scuola pubblica dell’Italia Unita: la scuola “Regina Margherita” nel rione Trastevere a Roma
  • la Scuola Normale femminile per la formazione dei maestri, aperta a Roma nel 1888/89, fu registrata l’anno successivo con il nome di Margherita di Savoia. Un bassorilievo bronzeo collocato all’interno dell’Istituto, a firma Zocchi, ricorda la regina Margherita;
  • Bordighera le ha innalzato un monumento in marmo bianco di Carrara che la riproduce assisa sul trono, opera dello scultore Italo Griselli;
  • Collepardo (Frosinone) le ha dedicato le grotte del paese, fino ad allora denominate “Grotte dei Bambocci”, in seguito alla visita della sovrana avvenuta nel 1904;
  • la scuola di Chiavari nel quartiere di Ri Basso, nominata Scuola Elementare Regina Margherita, fondata nel 1927;
  • il Ricovero di Mendicità di Sassari, fondato nel 1869 e poi dedicato alla regina, della quale ancora porta il nome (Casa di Riposo “Regina Margherita”);
  • l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino;
  • l’ospedale Regina Margherita a Roma
  • la Casa della Salute Regina Margherita a Castelfranco Emilia.
  • il corso Regina Margherita a Torino, il viale Margherita di Savoia a Palermo, il viale Regina Margherita a Roma, Catania, Siracusa, Messina, Cagliari e Acireale, la piazza Regina Margherita all’Aquila e Caserta (fino al 1947, attualmente col nome di piazza Dante); anche a Cremona viale Regina Margherita fino al 1944 venne poi chiamato viale Po.
  • il settimanale “Margherita” descrisse e riprodusse tutte le sue toelette;
  • un modello di macchina per cucire, detta appunto Regina Margherita;
  • Giosuè Carducci dedicò alla regina Margherita una delle sue Odi barbare

Molti altri scrittori e studiosi si ispirarono alla sua figura: Giovanni Pascoli le rese omaggio nell’inno Pace!, Gabriele D’Annunzio nel romanzo Il fuoco. Fanno parte dell’elenco anche Antonio Fogazzaro, Riccardo Zanella, Salvator Gotta, Giovanni Prati, Giuseppe Giacosa, Ugo Ojetti, Angiolo Silvio Novaro – che le dedicò un’ode – e molti altri.

Si parlò anche di forme di “margheritismo” dovute alla sua popolarità.

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