La villa si trovava esternamente alle mura Aureliane, tra via Nomentana e via Salaria nella zona dell’attuale piazza Alessandria (dove sorge il mercato rionale) e dell’antico stabilimento della Birra Peroni.
Il casino, formato da due corpi ad angolo ottuso era sulla strada. Due cancelli davano accesso alla tenuta, uno presso porta Salaria e l’altro, preceduto da un piazzale d’ingresso, all’inizio della Nomentana, dove ora c’è piazza Porta Pia.
Il taglio del giardino fu certamente eseguito prima del 1576, poiché si trova nella pianta del Cartaro (1576) come pure il piazzale antistante il cancello sulla via Nomentana. Non si sa invece se il palazzo subì ampliamenti dopo il Cinquecento, ma è probabile che l’attraversamento della proprietà con lunghi viali incrociati risalga alla fine dello stesso secolo.
Dalla pianta del Nolli del 1748 la tenuta appare costituita da una parte a giardino presso il palazzo, da un vasto bosco e da una parte agricola. Il viale principale era quello che, dall’ingresso presso porta Pia e svolgendosi parallelo alla strada esterna alle mura Aureliane, giungeva fino al casino.
Nel settembre 1870, il giardino di Villa Capizzucchi fu occupato dagli italiani che qui concentrarono le loro cannoni per aprire una breccia nelle mura: ci riuscirono il 20 settembre ed il varco che le artiglierie crearono fu chiamata la Breccia di Porta Pia.
La villa fu distrutta alla fine dell’Ottocento per edificare il nucleo del quartiere Salario, ossia la zona di piazza Principe di Napoli, generalmente conosciuta come piazza Alessandria, e la Fabbrica della Peroni.
Dalla tesi di Adriana Migliucci, che ringraziamo
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