Breccia di Porta Pia

A destra della Porta Pia, verso piazza Fiume, un tratto delle Mura Aureliane lungo corso d’Italia, appare evidentemente restaurato, inoltre si erge di fronte (dal 1895) una colonna sormontata da una statua della Vittoria: è il monumento che ricorda la Breccia di Porta Pia, oggi invaso da auto parcheggiate.

Nel 1870 grandi difficoltà  sul fronte prussiano costringono la Francia a ritirare il presidio militare che proteggeva Roma e il papa dal 1949. Cavour decide rapidamente l’intervento.

I piemontesi entrano nello Stato Pontificio e, come tutti gli invasori di Roma negli ultimi due millenni, si presentarono davanti al settore settentrionale delle Mura, tra il Castro Pretorio e Porta Pinciana. Pio IX, che disponeva ancora di un piccolo esercito di romani, svizzeri e francesi, non vuole cedere alla forza e fa chiudere le Porte in segno di resistenza.

I piemontesi sono costretti a usare la forza e dopo aver piazzato i cannoni nella Vigna Capizzucchi tra Porta Pia e Porta Salaria iniziano a cannoneggiare le mura, danneggiando entrambe le porte ma concentrando il tiro su una punto delle mura intermedio, che sembrava più debole. Il 20 settembre l’artiglieria sabauda riesce ad aprire una breccia tra le due porte, in corrispondenza di Villa Paolina.

Le truppe del papa non fanno alcuna resistenza all’ingresso dei bersaglieri e la resa da parte dello Stato Pontificio è firmata nello stesso anno nella vicina villa Albani, acquistata da pochi anni dal principe Torlonia.

Dopo più¹ di mille anni di storia, con l’assalto dei bersaglieri sulla Breccia di Porta Pia scompare lo Stato Pontificio. Anche se, nonostante gli enormi sforzi del nuovo Regno Sabaudo, con annessi sventramenti, monumenti giganteschi, intitolazione di strade, trasferimento dell’apparato amministrativo e politico, non scompare certo la presenza del Papa e della gerarchia ecclesiastica a Roma, con annessi patrimoni immobiliari (salvo la parentesi delle confische appena post-unitarie) e la rappresentatività  sulla scena mondiale: la città  rimane la sede del Papa e la testimone di un antico Impero.

Da quel giorno lo sviluppo della città  fu impetuoso. Talmente impetuoso e redditizio per tutti (nobiltà  romana che vendeva le proprietà  e costruttori piemontesi che edificavano) che qualcuno afferma che il 20 settembre non ci fu un episodio militare ma l’inizio di una enorme speculazione edilizia. A conferma di ciò sembra che il contratto stipulato dal principe Ludovisi Boncompagni con imprenditori piemontesi per la lottizzazione della sua villa fosse stato firmato prima del 20 settembre 1870. 

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