La chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù, detta Santa Teresina in Panfilo, è la chiesa (fino a qualche anno fa parrocchia del Quartiere dei Musicisti) che sorge in via Giovanni Paisiello, all’angolo con via Gaspare Spontini, sul tracciato della Salaria Antica.
Dagli abitanti del quartiere questa chiesa è chiamata Santa Teresina per distinguerla dalla vicina Santa Teresa d’Avila a corso d’Italia.
Costruita su progetto del 1932 di Guglielmo Palombi sul cimitero di San Panfilo, da cui prende il nome, fu affidata ai Carmelitani Scalzi.
La chiesa sorge sopra una ampia scalinata sull’area della cripta sottostante; nell’abside centrale il dipinto di E. Ballerini raffigurante Santa Teresa del Bambin Gesù che sparge fiori, sottostante un affresco di G. Morgante della Santa. Le vetrate policrome sono di Luciano Vinardi.
Gli altari nelle cappelle provengono dalla antica chiesa di Santa Maria in Macello Martyrum, demolita negli anni Trenta del secolo scorso per l’apertura di via dei Fori Imperiali. La cappella di Santa Teresina è in un locale attiguo all’abside di sinistra e ha una statua marmorea di Nicola Arrighini.
L’interno della chiesa, a pianta croce latina, si presenta a navata unica, articolata in sei campate, triabsidata e coperta da un soffitto a cassettoni. L’edifico è illuminato da quattro finestre per lato che si aprono lungo la navata.
All’interno, di particolare interesse storico-artistico, si notano:
- sull’altare maggiore, Santa Teresa di Lisieux in gloria sparge rose tra angeli (1925), olio su tela, di Ettore Ballerini (Camerano 1868 – Roma 1942). Nelle cappelle laterali, dedicate alla Madonna del Carmine e al Sacro Cuore di Gesù, Altari barocchi, provenienti dalla Chiesa di Santa Maria in Macello Martyrum
- A sinistra dell’altare maggiore, si apre la Cappella delle Reliquie, eretta nel 1961, dove si conserva, sulla parete destra, la Mantilla nera di santa Teresa di Lisieux, ossia il velo indossato quando, in occasione di un pellegrinaggio a Roma nel 1887, fu ricevuta in udienza dal papa Leone XIII (1878-1903) per essere autorizzata a entrare nell’Ordine carmelitano a soli quindici anni.
- Alle finestre, nove vetrate con simboli legati alla vita interiore di santa Teresa di Lisieux, in vetro policromo, realizzate da Luciano Vinardi (1978).
- Nella controfacciata, sopra un portico con due colonne, si trova l’organo a canne costruito nel 1953 dall’organaro cremasco Agostino Benzi, in occasione dell’erezione a parrocchia della chiesa. Lo strumento è a 32 registri ed è stato restaurato, per il Giubileo del 1975, da Augusto Bevilacqua che ha rifatto le trasmissioni, realizzato una nuova consolle e spostato il corpo espressivo (corrispondente alla seconda tastiera) dalla cantoria sopra l’ingresso principale in cui si trovava, al coretto alla sinistra dell’abside.
La cripta, consacrata il 16 maggio 1928, presenta un soffitto a cassettoni sorretto da una doppia fila di colonne.
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