Da “La campagna Romana …

Note su Villa Strohl Fern da “La campagna Romana, redatta sulla base degli appunti lasciati da Giuseppe e Franco Tomassetti” di L. Chiumenti, F. Bilancia, 1977, Banco di Roma. 

Faceva originariamente parte della chiusa della Villa Giulia, poi di villa Poniatowski, la Villa Strohl Fern. Essa era stata acquistata nel 1880 dal gentiluomo alsaziano Alfred G. Strohl, il quale, architetto dilettante, aveva progettato numerose sistemazioni, nessuna delle quali era stata poi attuata. L’edificio principale consisté in una sorta di torrione ai stile medioevale, immerso nella vegetazione; mentre piccoli studi costruiti nel bosco accoglievano pit­tori, scultori e musicisti. In uno dei testamenti che lo Strohl Fern lasciò, la proprietà era destinata al Comune di Roma, mentre nel secondo da lui lasciato, lo proprietà doveva passare alla Francia, con l’obbligo di conservare l’aspetto paesistico, con la copiosa alberatura, destinandola a sede di opere fran­cesi di pubblica utilità. Nel giugno del 1940, il Prefetto di Roma emanava un decreto di sequestro per la villa Strohl Fern di proprietà francese, nominando il Governatore di Roma sequestratario della villa e delle sue attinenze e pertinenze, nonché dei beni mobili in esse esistenti. In conseguenza di ciò, il 28 giugno 1940, il Governatore di Roma, alla presenza del rappresentante dell’ Am­basciatore degli Stati Uniti e all’Intendente di Finanza, prendeva possesso della detta proprietà. Il progetto era l’apertura al pubblico della villa e la possi­bilità di un congiungimento tra la Porta del Popolo e l’alto viale delle Belle Arti. La via Flaminia avrebbe potuto inoltre essere allargata o meglio raddoppiata, tutto ambito del progetto che prevedeva una spina verde all’inizio, nella quale sa­rebbero state incorporate la villa Valadier (la Casina Vagnuzzi), il palazzo dei Notari e l’Ambasciata. Il colle di villa Strohl Fern, con villa Ruffo della Scaletta e villa Poniatowski, avrebbe costituito un fondale di grande rilievo, di fronte ai palazzo della Marina.

«Il Tempo» del 24 agosto 1975 pubblicava un articolo di Antonello Trombadori, dal titolo: “Autentiche manomissioni nella villa Strohl Fern. Una circostanziata denuncia dell’on. Antonello Tromba­dori”. Ripetute violazioni di leggi e regolamenti. Le responsabilità dei francesi e dell’ Amministrazione Co­munale. La favola dell’extraterritorialità”. In esso leggiamo come, oltre alle manomissioni francesi nella villa Strohl ­Fern, già denunciate il giorno precedente do una lettera inviata al/o stesso giornale dal dottor Riganti, vi sia una si­tuazione ben più grave da denunciare alle competenti autorità, situazione che viola le norme del P.R.G. Questo in­fatti destina la villa Strohl Fern, a parco privato vincolato e a parco pubblico, mentre il Consolato Generale di Francia, per iniziativa dello Stato francese proprietario della villa stessa, vi aveva installato da alcuni anni una scuola di vari ordini, con una popolazione di più di mille alunni, Trombadori ricorda fra i’ altro conte lo convenzione intervenuta nel 1957 fra il Comune di Roma e io Stato francese per la spartizione della villa, per metà alla Francia per installarvi il proprio liceo e per metà al popolo romano come parco pubblico, era stata bocciata dal Consiglio Superiore dei LL.PP., per motivi giuridici, culturali ed ecologici. Inoltre lo stesso Consiglio Superiore aveva prescritto che le costruzioni precarie autorizzate dal Comune di Roma, in attesa del!’ applicazione della Convenzione, fossero rimosse e che fosse notificato alla Stato francese come i vincoli per lo conservazione di quella villa impedis­sero l’installazione di un complesso scolastico. Ma i padiglioni precari a suo tempo autorizzati si trasformarono in campi sportivi con il fondo in cemento e la costruzione di una vera e propria rete fognaria denunciava la volontà dello Stato Francese di rendere ormai definitiva la situazione. L’articolo ricorda ancora come alcuni giorni prima l’Asses­sore regionale Santarelli, interrogato in proposito dal quotidiano ~ Il Messaggero », 1/01/ avesse potuto che convenire con questa realtà dei fatti. È da escludere inoltre, sottolinea il Trombadori, che venga invocato per la villa il di­ritto di extraterritorialità, perché esso in effetti, in questo caso, non esiste. Un’ulteriore nota al riguardo, compare su « Il Tempo D del 10 settembre 1975.- Continua la guerra per gli abusi a Villa Strohl-Fern. In essa si legge come alcuni vigili urbani, recatisi il giorno precedente al consolato di Francia e richiesto di conferire con il signor PMIX, amministratore della villa« per o/tenere chiarimenti al riguardo, /lOn ottenere il colloquio, ma ebbero, dal personale del Consolato, la seguente risposta: … r lavori alla villa sono stati decisi personalmente dal!’ Ambasciatore e per­tanto non sono sindacabili da qualsiasi autorità italiana.

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