Giro per Villa Strohl Fern

L’ingresso di Villa Strohl Fern, in via di Villa Ruffo 31, è in un villino in stile gotico fatto realizzare, proprio per questo scopo, da Alfred Strohl.

A fianco del villino del portiere, c’è il passo carrabile per accedere alla villa. Sulla destra in alto una brutta costruzione cubica, è l’asilo del licee Chateabriand. A sinistra, un bivio e la casa del direttore della scuola.

Se voltiamo a sinistra dopo un paio di curve ci troviamo nel viale grande che collega la parte meridionale con quella settentrionale della villa. A destra, l’ingresso della residenza di Strohl sormontato da una casina del personale di servizio della Villa. L’arco è chiuso da un cancello con lo stemma di Strohl, l’unico sopravvissuto dei tre che proteggevano gli ingressi all’abitazione. Tutt’intorno, c’era uno robusta rete all’interno della quale correvano cani da guardia che abbaiavano in atteggiamento minaccioso a chiunque si avvicinava.

Buttando un’occhio all’interno dell’arco (oggi non è consentito ad alunni e visitatori di oltrepassarlo), è possibile vedere ai due lati del vialetto due fontane realizzate da Strohl in cui l’acqua sgorgava dalla roccia (finta) con stalattiti e stalagmiti (anch’esse di cemento).

Riprendendo il viale grande vediamo, sia a destra che a sinistra muri realizzati con blocchi di tufo, più o meno grandi, e altre pietro legate con una malta che creano un effetto rocaille. Così erano tutti i muri della villa in cui trovare un muro lisco di cemento era impossibile.

A sinistra del viale, un poco più avanti, il Casone, il primo edificio realizzato da Strohl per ospitare gli studi degli artisti. Qui c’era lo Studio n.1 dove lavorava Carlo Levi. Sul lato ovest dell’edificio si apre un belvedere su Via Flaminia. La storia, la valle del Tevere ormai completamente edificata e, in fondo, monte Mario.

A destra le canne di bamboo e in fondo la strada è bloccata. Se potessimo andare avanti arriveremmo al versante settentrionale della villa, quello che degrada verso Villa Poniatowski e Villa Giulia.

Voltiamo allora a destra e facciamo qualche decina di metri sul vialetto fino a incontrare, a destra un viale di rose. Alla nostra destra un edificio creato da Strohl per realizzare studi d’artista, tutti trasformati in aule scolastiche , davanti a noi il viale continua. sul lato sinistro ancora studi d’artista, ancora trasformati in aule tranne il n.12, abitazione e studio del pittore Francesco Trombadori, difeso strenuamente dalla figlia Donatella Trombadori e sede dell’associazione Amici di Villa Strohl Fern.

Sulla destra un’anonima costruzione bassa in cemento sono  le fontane dove le donne che abitavano nella villa venivano a lavare i panni. Dietro c’è la vasca-cisterna e il pozzo. In fondo, appena visibili nel verde, gli studi di Amedeo Bocchi (1883-1975) pittore e Renato Brozzi (1870-1963), scultore e orafo di fiducia di D’Annunzio.

Imbocchiamo a destra un viale ricoperto di ghiaia coperto da lunga pergola di piante di rose. E’ probabilmente il vialetto fiorito più dipinto in ogni luogo e in ogni tempo: molti ospiti della villa infatti si sono cimentati in un quadro che lo ritrae. A destra erano gli orti di Strohl e dei suoi inquilini e il grande pollaio. A sinistrale le serre in cui i giardinieri coltivavano piante esotiche e fiori d’ogni specie.

In fondo …

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Villa Strohl Fern

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