Arco Oscuro

Su viale delle Belle Arti davanti a Villa Giulia, sotto viale Bruno Buozzi, si apre un ampio portone bugnato in blocchi di travertino, chiuso da una cancellata.

E’ oggi una cappella, gestita dalla vicina parrocchia di Sant’Eugenio. Ma lo stemma papale sull’arco ci spinge a guardare dentro, attraverso la cancellata sempre chiusa. Un’apertura che si apre all’interno a destra e una finestrella esterna fanno intuire che c’è qualcosa di più. Inoltre, come è possibile vedere ancora oggi, l’apertura della cavità non è parallela alla parete nè alla strada sovrastante.

In realtà la parete rivestita di blocchi di tufo che noi oggi vediamo su viale delle Belle Arti nel suo tratto  intorno alla villa è creata nel 1911 con un enorme sbancamento, quando è tracciato il viale. Prima di tale opera, la valle era molto più stretta e a pochi metri dal corpo centrale di Villa Giulia (l’unica parte originale del Cinquecento dell’attuale complesso museale) esisteva una ripida parete allineata a quella che intravediamo in alto a sinistra, sopra il benzinaio di viale Bruno Buozzi. A conferma di ciò, il portone bugnato davanti a noi, che fu scavato in quella parete, presenta lo stesso allineamento.

A metà Cinquecento, gli architetti del papa che stanno realizzando la splendida villa del papa Giulio III devono proseguire il tracciato di via Giulia Nova (l’attuale via di Villa Giulia) verso la Vigna Alta, cioè i possedimenti papali sull’adiacente Monte San Valentino, Ma hanno davanti proprio la parete di cui parliamo: un ostacolo praticamente insormontabile. In compenso, dietro alla parete c’è una valletta da cui inizia il vero e proprio versante dell’altura e gli architetti papali decidono di realizzare nella parete un passaggio per raggiungere questo versante su cui la nuova strada avrebbe potuto facilmente salire sull’altura.

La parete di tufo è scavata e l’arco che noi vediamo oggi era appunto l’apertura di una galleria in leggera salita che, dal piazzale davanti a Villa Giulia, sbucava nella valletta una ventina di metri più in là, dove continuava la salita della strada verso le vigne e i casali di Monti Parioli.

Alla morte del papa questa zona del suburbio romano torna nel suo stato di abbandono e passare dopo l’imbrunire in quel luogo deserto era molto pericoloso, perché vi operava una banda di malviventi che, sfruttando anche il buio della galleria, assaliva e depredava i pochi passanti.  E’ da allora che questo passaggio assume il suo tetro nome: l’Arco oscuro. Anche la strada che da via Flaminia portava alle alture sovrastanti passando per questa piccola galleria diventa vicolo dell’Arco Ocuro, e  l’Arco oscuro diventa il toponimo che ha caratterizza quest’area intorno a Villa Giulia fino ad inizio Novecento.

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Madonna dell’Arco oscuro, di Guglielmo Ceroni

Dal libro "Roma nei suoi quartieri e nel suo suburbio" di Guglielmo Ceroni, pubblicato nel 1942 dalla Casa Editrice Fratelli Palombi.   Continue reading →

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Madonna della Divina Provvidenza all’Arco Oscuro

La chiesetta della Madonna della Divina Provvidenza detta dell'Arco oscuro è in viale Belle Arti. Nell’architrave dell'arco all’ingresso si trova lo stemma di papa Innocenzo XI. Una targa esterna riporta la dicitura: SACELLUM MATRI DIVINAE PROVIDENTAE DE ARCU OBSCURO DICATUM. Continue reading →

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Miracolo all’Arco oscuro

"Un miracolo all'Arco oscuro" racconta una delle tante storie popolari sulla Madonna della Divina Provvidenza all'Arco Oscuro, di cui la moderna madonnella Mater Itineris, all'angolo tra viale Bruno Buozzi e via Antonio Gramsci, è una moderna edizione. Continue reading →

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Viale delle Belle Arti

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