A fine Ottocento la famiglia Mangani aveva un vasto appezzamento coltivato a vigna lungo la via Nomentana, nei terreni della vecchia Tenuta di Pietralata (mappa 65 dell’Agro Romano Suburbano, particelle da 4 a 8).
Vigna Mangani, in particolare, si estendeva fino all’ansa dell’Aniene e, all’interno della vigna, correva una “marana” (come a Roma si chiama un piccolo corso d’acqua) detta il “fosso della Marranella” che portava in questo fiume le acque dalla fonte dell’Acqua Bullicante.
Agli inizio Novecento, il terreno della vigna è tagliato in due dalla linea ferroviaria Roma-Firenze (che viene dalla Stazione Tiburtina correndo sul tracciato della vecchio fosso della Marranella) e sulla parte di terreno verso il centro della città è realizzata la Batteria Nomentana
Sulla via Nomentana, dopo la Batteria Nomentana, sorge la Trattoria Mangani che rimane in funzione fino agli anni Venti (vedi Antiche osterie sulla Nomentana).
Approssimativamente in quello stesso periodo, dall’altra parte della linea ferroviaria, sul terreno non più coltivato della vecchia villa, nasce il borghetto di Vigna Mangani, uno dei tanti miseri agglomerati di baracche che a partire da primo dopoguerra sono nati spontaneamente ai margini della città.
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