In piazza del Popolo, di fronte alla chiesa di Santa Maria del Popolo sulla parete della Caserma di piazza del Popolo nel Rione Castro Pretorio, c’è una lapide molto cara ai romani che ricorda due patrioti carbonari uccisi dal papa a inizio Ottocento per aver tentato di uccidere un nobile che li aveva traditi.
Siamo nel 1825. Il regno di papa Leone XII creava forti malcontenti tra il popolo dello Stato pontificio e quello romano in particolare. Gruppi rivoluzionari e liberali davano vita a ripetuti tumulti e proteste, contrastati sia dall’esercito pontificio sia dalla Chiesa stessa. I più accesi di tutti erano i “carbonari”, temuti dal popolo e dalle autorità.
Filippo Spada detto Spontini, liberale di famiglia nobile, da tempo sembrava cospirare contro i suoi stessi compagni carbonari. Più volte viene visto complottare insieme ad alcuni esponenti della chiesa e sostenitori della sua famiglia, facendo insospettire i suoi compagni che, in quel periodo, erano vittime di molti tradimenti.
Un informatore avverte anzi tempo, il progetto di denuncia dello Spontini. La decisione di bloccare il traditore è d’obbligo e l’incarico fu affidato al modenese Angelo Targhini, detto Angiolo, un ragazzo di vent’anni figlio di un cuoco di Brescia, spregiudicato e fanatico delle idee carbonare. Altre volte era stato usato per lavori del genere, le cosiddette azioni di “vendita” carbonara ed era ritenuto affidabile.
Spontini si trovava nei pressi della farmacia Peretti. Angiolo gli va incontro e lo prega di seguirlo per parlargli. Entrano nel vicolo di Sant’Andrea. Angiolo estrae un pugnale, colpisce il traditore al petto e scappa.
Ma Spada non era morto e urlò implorando aiuto. Due carabinieri pontifici di pattuglia sentono i lamenti e si avvicinano. Il caso vuole che la farmacia Peretti apparteneva ad un altro carbonaro, il chirurgo Leonida Montanari di Cesena. Quest’ultimo era a conoscenza di ciò che sarebbe successo e corse verso Spontini. Stupito dal mancato successo di Angiolo, tira fuori uno specillo (strumento chirurgico che serve ad esplorare una ferita) e anziché curarlo, cerca di terminare l’opera. I due carabinieri sopraggiunti riescono a bloccarlo e lo arrestano.
Spontini riesce a sopravvivere e confessa il nome del suo attentatore che viene arrestato. Angelo Targhini viene accusato del tentato omicidio e Leonida Montanari di aver cercato di completare l’omicidio. La loro condanna fu condizionata anche dalla loro appartenenza ai carbonari e dal fatto che per nessun motivo vollero pentirsi, di conseguenza la Sacra Consulta li condanna alla decapitazione. Nei giorni che seguirono molte furono le azioni di protesta per la condanna, anche da parte di uomini di chiesa e nobili. Ma il popolo non si mosse.
Il palco dell’esecuzione fu posto a Piazza del Popolo. Intorno al luogo, una massiccia schiera di soldati, per paura di eventuali colpi da parte di compagni, che non avvennero. I due giustiziati rifiutarono la benda e per l’ennesima volta rifiutarono il pentimento. La decapitazione fu veloce. Prima l’impavido e sorridente Angelo Targhini, poi l’ironico Leonida Montanari. Entrambi i corpi furono sepolti al Muro Torto, in terra sconsacrata.
Nel 1909 fu posta a Piazza del Popolo, sul fianco della caserma dei carabinieri, la lapide in memoria dell’esecuzione: ALLA MEMORIA DEI CARBONARI ANGELO TARGHINI E LEONIDA MONTANARI CHE LA CONDANNA DI MORTE ORDINATA DAL PAPA SENZA PROVE E SENZA DIFESA IN QUESTA PIAZZA SERENAMENTE AFFRONTARONO IL 23 NOVEMBRE 1825 / L’ASSOCIAZIONE DEMOCRATICA G.TAVANI ARQUATI PER VOLONTA’ AMMONITRICE DI POPOLO QUI POSE / 2 DI GIUGNO 1909. La lapide è di Lorenzo Crozza, genero di Francesco Randone, fondatore della Scuola Gratuita di Educatrice.
Nel 1969, il regista Luigi Magni, narra la vicenda nel film “Nell’anno del Signore”.
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