Strade che hanno cambiato nome dopo il Fascismo

In un’area situata nella zona compresa tra il Quartiere Nomentano e il Rione Castro Pretorio, le strade furono intitolate – talvolta modificando un toponimo preesistente – a esponenti di primo piano del Fascismo che erano morti. Viale Michele Bianchi, ad esempio, dedicata all’ex leader del Partito Nazionale Fascista, tornò ad essere viale del Policlinico, e viale Italo Balbo, dedicato al gerarca morto in Libia nel 1940, divenne viale Pretoriano. Viale Alfredo Rocco, dedicata all’esponente Fascista autore del Codice Rocco, codici di Diritto penale e di Diritto processuale redatti nel 1930, invece, divenne viale Ippocrate.   

Nel Quartiere Pinciano si trovavano invece viale dei Martiri Fascisti, che fu ribattezzata viale Bruno Buozzi, in onore del sindacalista socialista ucciso nell’eccidio della Storta, mentre il limitrofo piazzale dei Martiri Fascisti fu rinominato piazza Don Minzoni, in onore del sacerdote antifascista ucciso nel 1923. Via dei Legionari, anch’essa in quell’area, diventò invece via Antonio Gramsci, in onore del segretario del Partito Comunista Italiano incarcerato durante il Fascismo.

Nel Quartiere Tiburtino, piazza Franco Baldini, dedicata a un esponente fascista ucciso nel 1921 a Roma, riprese il suo precedente nome di piazzale Tiburtino.

C’erano poi, nei pressi della da poco costruita Città Universitaria della Sapienza, alcune vie dai nomi strettamente legati alla cultura universitaria di stampo fascista: via Libro e Moschetto si trasformò dunque in via Piero Gobetti, in onore del giornalista morto in seguito alle violenze subite da squadristi fascisti, mentre via dei Battaglioni Universitari fu rinominata via Cesare De Lollis, filologo che firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti voluto da Benedetto Croce.

Il Ponte Littorio, che collega il Quartiere Flaminio al Rione Prati ed al Quartiere Della Vittoria, cambiò nome in ponte Giacomo Matteotti, in onore del parlamentare socialista che proprio in questa zona abitava, come ricordato da una targa. In questo quartiere, si trovava anche Piazza XXVIII Ottobre, data in cui (nel 1922) avvenne la Marcia su Roma, che prese il nome di piazza della Marina.  In alcuni casi, soprattutto in casi di opere pubbliche in fase di realizzazione, ci volle più tempo per cambiare i nomi: è il caso del ponte XXVIII Ottobre – data della Marcia su Roma – monumentale opera architettonica di Armando Brasini, che vide il proprio nome cambiato sono nel 1946 (link alla delibera) in ponte di Tor di Quinto, per poi diventare ponte Flaminio nel 1952.

Nel quartiere Trieste, via di Villa Savoia era diventata via Verbano, dalla nome della vicina piazza, per poi tornare al vecchio nome e diventare, nel 1946, via di Villa Ada.

Fonte: “Le strade che hanno cambiato nome dopo il Fascismo” Rerum Romanarum

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