Molte strade nel territorio del Municipio II hanno cambiato nome.
Viale dei Parioli e la strada che oggi divide il quartiere Pinciano dal quartiere Parioli e nel momento della sua creazione a fine ottocento aveva da via Salaria a via Flaminia, lo stesso nome. Quando, con il piano regolatore del 1909, viene progettato il proseguimento del viale della Regina da via Salaria verso via Flaminia quel tratto di strada assume il nome di viale dei Parioli che successivamente “passa” al nuovo stradone che dalla piazza scende verso l’Acqua Acetosa e che ha mantenuto questo nome fino a oggi.
Il 4 giugno del 1944 gli Alleati entrano a Roma, ponendo definitivamente fine al Fascismo nella Capitale. Tra i numerosi cambiamenti che Roma affrontò, oltre a quelli di tipo politico-istituzionale, ve ne furono numerosi anche dal punto di vista della toponomastica. Pochi mesi dopo la giunta comunale incomincia a ridare dignità almeno ai nomi delle strade.
Piazza Adolf Hitler viene cancellata e diventa piazzale dei Partigiani, a pochi passi da porta San Paolo dove la Resistenza aveva combattuto dopo l’8 settembre per cercare di non consegnare la città ai fascisti e nazisti. Via XXIII Marzo, così chiamata per il giorno del 1919 in cui Benito Mussolini a Milano fonda i Fasci di Combattimento, diventa via Leonida Bissolati, in onore dello storico esponente socialista.
Anche nell’attuale Municipio II scompaiono nomi vergognosi.
Nel quartiere Nomentano, e in particolare nella Città Universitaria, via dei Battaglioni universitari diventa via Cesare de Lollis, filologo e storico della letteratura, tra i primi firmatari del manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce. Viale Libro e moschetto diventa via Piero Gobetti, in onore del giornalista morto in seguito alle violenze subite da squadristi fascisti. Via dei Battaglioni Universitari è rinominata Via Cesare De Lollis, filologo che firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti voluto da Benedetto Croce. Viale Michele Bianchi, dedicata all’ex leader del Partito Nazionale Fascista, torna ad essere viale del Policlinico, viale Italo Balbo, dedicato al gerarca morto in Libia nel 1940, diviene viale Pretoriano e viale Alfredo Rocco, dedicata all’esponente fascista autore nel 1930 dei codici di Diritto penale e di Diritto processuale (ancora noto è il Codice Rocco), diviene viale Ippocrate.
Ponte Littorio, che collega il quartiere Flaminio al rione Prati e al quartiere Delle Vittorie, cambia nome in Ponte Matteotti, in onore di Giacomo Matteotti, parlamentare socialista che proprio in questa zona era andato ad abitare poco prima di essere rapito e ucciso. Lì vicino si trovava anche piazza XXVIII Ottobre, giorno del 1922 in cui avvenne la Marcia su Roma, che prende il nome di piazza della Marina
Il quartiere Umberto I diventa il quartiere Pinciano, e qui viale dei Martiri Fascisti, la grande strada che scende da piazza Pitagora a via Flaminia, è ribattezzata viale Bruno Buozzi, uno dei più autorevoli sindacalisti italiani, deputato socialista dal 1919 al 1926, trucidato dai nazifascisti mentre scappava da Roma il 4 giugno 1944 a La Storta nelle ore in cui le truppe alleate entravano a Roma. Piazzale dei Martiri Fascisti diventa piazza Don Giovanni Minzoni, in onore del sacerdote antifascista ucciso nel 1923. Viale dei Legionari prende il nome di via Antonio Gramsci, in onore del segretario del Partito Comunista Italiano incarcerato durante il Fascismo e deceduto nella Clinica Quisisana.
Via del Giappone, una strada nel quartiere Parioli dedicata al paese dell’estremo oriente alleato di Italia e Germania nella Seconda Guerra Mondiale in occasione della visita al re dell’imperatore Hirohito, diventa in via Panama, senza per fortuna rimuovere i ciliegi portati in dono al re dall’imperatore. Il Giappone è successivamente risarcito nel 1959 con l’istituzione della Passeggiata del Giappone intorno al laghetto dell’EUR.
L’Italia repubblicana inoltre decide di cancellare numerosi toponimi legati alla famiglia Savoia a partire dalla villa più famosa di Roma, Villa Umberto I che, per una sorta di damnatio memoriae, riprende il nome degli antichi proprietari e diventa Villa Borghese. Anche Villa Savoia diventa Villa Ada e il quartiere Savoia diventa quartiere Trieste. Parallelamente via di Villa Savoia diventa prima via Verbano, dal nome della vicina piazza, per poi diventare via di Villa Ada e, al centro di Roma, via Regina Elena diventa via Barberini (anche se successivamente sarà intitolato a lei il proseguimento di viale Regina Margherita verso piazza del Verano.
In anni successivi, anche la piazza del quartiere Salario dedicata al giovane Savoia erede al trono, il Principe di Napoli, diventa piazza Alessandria.
Nel Quartiere Tiburtino, piazza Franco Baldini, dedicata a un esponente fascista ucciso nel 1921 a Roma, riprese il suo precedente nome di piazzale Tiburtino.
Il Consiglio Comunale interviene poi sull’area del Foro Mussolini, il cui nome è cambiato in Campo della Farnesina (che diventerà Foro Italico) e via del Collegio Littorio, la via che in fondo a viale Giuseppe Mazzini sale verso Monte Mario, diviene via Edmondo De Amicis.
In un’area situata nella zona compresa tra il Quartiere Nomentano e il Rione Castro Pretorio, le strade furono intitolate – talvolta modificando un toponimo preesistente – a esponenti di primo piano del Fascismo che erano morti. Viale Michele Bianchi, ad esempio, dedicata all’ex leader del Partito Nazionale Fascista, tornò ad essere viale del Policlinico, e viale Italo Balbo, dedicato al gerarca morto in Libia nel 1940, divenne viale Pretoriano. Viale Alfredo Rocco, dedicata all’esponente Fascista autore del Codice Rocco, codici di Diritto penale e di Diritto processuale redatti nel 1930, invece, divenne viale Ippocrate.
Nel Quartiere Pinciano si trovavano invece viale dei Martiri Fascisti, che fu ribattezzata viale Bruno Buozzi, in onore del sindacalista socialista ucciso nell’eccidio della Storta, mentre il limitrofo piazzale dei Martiri Fascisti fu rinominato piazza Don Minzoni, in onore del sacerdote antifascista ucciso nel 1923. Via dei Legionari, anch’essa in quell’area, diventò invece via Antonio Gramsci, in onore del segretario del Partito Comunista Italiano incarcerato durante il Fascismo.
C’erano poi, nei pressi della da poco costruita Città Universitaria della Sapienza, alcune vie dai nomi strettamente legati alla cultura universitaria di stampo fascista: via Libro e Moschetto si trasformò dunque in via Piero Gobetti, in onore del giornalista morto in seguito alle violenze subite da squadristi fascisti, mentre via dei Battaglioni Universitari fu rinominata via Cesare De Lollis, filologo che firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti voluto da Benedetto Croce.
Il Ponte Littorio, che collega il Quartiere Flaminio al Rione Prati ed al Quartiere Della Vittoria, cambiò nome in ponte Giacomo Matteotti, in onore del parlamentare socialista che proprio in questa zona abitava, come ricordato da una targa. In questo quartiere, si trovava anche Piazza XXVIII Ottobre, data in cui (nel 1922) avvenne la Marcia su Roma, che prese il nome di piazza della Marina. In alcuni casi, soprattutto in casi di opere pubbliche in fase di realizzazione, ci volle più tempo per cambiare i nomi: è il caso del ponte XXVIII Ottobre – data della Marcia su Roma – monumentale opera architettonica di Armando Brasini, che vide il proprio nome cambiato sono nel 1946 (link alla delibera) in ponte di Tor di Quinto, per poi diventare ponte Flaminio nel 1952.
Nel quartiere Trieste, via di Villa Savoia era diventata via Verbano, dalla nome della vicina piazza, per poi tornare al vecchio nome e diventare, nel 1946, via di Villa Ada.
Fonte: “Le strade che hanno cambiato nome dopo il Fascismo” Rerum Romanarum
Pagine a livello inferiore:
Pagina a livello superiore: Vie, viali e altre strade
Pagine allo stesso livello:
In rete: http://www.rerumromanarum.com/2015/10/roma-strade-che-hanno-cambiato-nome-dopo-il-fascismo.html?m=1.