Scendendo sul viale del Muro Torto, prima della brusca curva a sinistra, c’è una grande torre addossata alla parete del Pincio. Alla base della torre, al livello della strada, ci sono tre porte che hanno l’aria di essere chiuse da decenni e sollevando lo sguardo verso l’alto, al livello del Pincio, vediamo un edificio stile ‘500, in cui si aprono delle grandi finestre che si affacciano su Villa Borghese.
In realtà, quello che vediamo non è una torre ma l’ascensore del Pincio, caro a tutti i romani (finche ha funzionato). Grazie a questo servizio infatti, era possibile arrivare qui con un tram e poi, senza fatica, salire al Pinci con un ascensore.
L’impianto di salita (e discesa) era stata realizzato in corrispondenza di una fermata dei tram che correvano lungo il viale del Muro Torto, per consentire ai cittadini di salire su al Pincio, superando un dislivello di circa 15 metri. Una dimostrazione che questa città era perfettamente vivibile anche quando quasi nessuno si poteva permettere l’automobile. L’impianto, costituito da due ascensori, è inaugurato nel 1926, e in basso c’era la fermata di due linee tranviarie appositamente realizzate lungo il viale del Muro Torto: il tram 45 e il tram 46, che collegavano, rispettivamente, piazza Verbano e piazza Indipendenza col quartiere Trionfale).
L’impianto dell’ascensore, in particolare, era costituito dalla stazione inferiore, lungo il viale, dalla falsa torre, che racchiudeva le cabine ascensori e le scale di servizio, e dalla stazione superiore, con la sala macchine, al piano del Pincio. Il dislivello tra le due stazioni è di quasi 15 metri. L’orario di servizio era dalle 7 alle 23, con partenze ogni cinque minuti e in coincidenza con i passaggi delle linee ferroviarie che percorrevano viale del Muro Torto.
II servizio dei due ascensore era garantito giornalmente dalle ore 7:oo alle 23:00, con partenze ogni cinque minuti in coincidenza con le corse dei tram. Meccanicamente, erano indipendenti l’uno dall’altro e ogni cabina era dotata di un comando di marcia e di un telefono che permetteva, in caso di necessità, di mettersi in contatto con il centro di controllo di piazzale Flaminio. In origine, al posto del telefono vi era un allarme sonoro e una lanterna da utilizzare in caso di guasto elettrico.
L’ascensore per il Pincio cessa il servizio nel 1959 quando, per le Giochi Olimpici del 1960, con l’eliminazione della linea tranviaria che correva lungo le mura di viale del Muro Torto, è raddoppiato l’asse automobilistico che da corso d’Italia porta a piazzale Flaminio. Nell’agosto del 1960, per le Olimpiadi, il servizio è riattivato nei giorni di sabato, domenica e festivi, per poi essere poi definitivamente chiuso.
I tram su rotaia che correvano lungo il viale del Muro Torto furono sostituiti dai più moderni autobus per i quali fu preferito il percorso più veloce all’interno di Villa Borghese (sul viale San Paolo del Brasile, via Fiorello La Guardia e viale George Washington) così la fermata del Muro Torto fu abolita e nell’agosto del 1960, dopo anni di onorato servizio, anche gli ascensori del Pincio cessarono il loro “su e giù”.
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Regolamento dell’ascensore del Pincio
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Nei dintorni (per vedere i Punti di Interesse in zona cliccare all'inizio della pagina su MAPPA): MAPPA della Zona Pinciano 2 (Villa Borghese e Pincio)
In rete: A. Militello, L’ascensore del Pincio, in Capitolium, Il, 8, 1926, pp. 483-486