Legnara

Nel triangolo di terra all’esterno delle mura Aureliane (che correvano approssimativamente lungo via Ripetta), tra il Tevere e l’attuale via Luisa di Savoia, sorgeva il deposito di legna, in romanesco la Legnara, fatto realizzare da papa Clemente XII (1730-1740).  Oggi, le mura in quel tratto sono state distrutte e l’area, completamente edificata, è il cosiddetto Quartiere dell’Oca (nel rione Campo Marzio), percorsa da via dell’Oca e dalla moderna via Ferdinando di Savoia.

La legnara era un’area recintata, adibita a deposito di legnami, che sorgeva lungo il fiume all’esterno della Mura Aureliane approssimativamente davanti all’attuale ponte Margherita. Una infrastruttura molto importante in una grande città ai tempi in cui il legno era una materia vitale per la vita dei cittadini. Si cucinava infatti su un fuoco a legna, il riscaldamento invernale delle case era affidato esclusivamente ai camini, con il legno si costruivano mobili, attrezzi, strumenti e di legno erano le impalcature per la costruzione delle case.

Il deposito era chiamato “Legnara nuova” perché fu costruita nel Seicento al posto di un precedente magazzino che sorgeva all’interno delle mura, dove ora sorge l’Accademia di Belle Arti di via Ripetta.

L’iscrizione che raccontava la nascita di questo deposito era sul muro di cinta del recinto e celebrava papa Pio VI che l’aveva benignamente fatto costruire. Oggi è possibile vedere la Lapide della Legnara sulle Mura Aureliane in piazzale Flaminio, sopra la Fontana di piazzale Flaminio.

La Legnara era gestita dal “Fiscale delle Ripe” e questo funzionario era anche responsabile della rimozione di tutti i legnami trasportati dal Tevere e rimasti sulle riva dopo le alluvioni che, per legge, dovevano essere distribuiti ai poveri per farne fuoco. La loro raccolta aveva come fulcro un approdo indicato selle carte come Porto del legname da lavoro.

A fine Ottocento sul terreno della legnara fu realizzato il primo mattatoio di Roma: l’Ammazzatora, poi chiamata il vecchio macello.

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Approfondimento

Il tratto delle mura Aureliane a destra di porta del Popolo, lungo piazzale Flaminio, conserva un’imponente lapide sovrastata da uno stemma monumentale sulla quale si legge: «Pius sextus PM. / ne quid lignis periculi sit / a latronibus ab incendiis / ab impervio aeris meatu/precibus mercatorum et fabrum lignariorum /benignissime indulgens / ex adverso veteris...

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