via Parenzo Storia e descrizione LUISS

INTRODUZIONE – ESTERNO
Dopo un lungo periodo di abbandono, alla fine degli anni Ottanta, la Luiss Guido Carli acquisisce l’ex casa di lavoro peri ciechi di guerra e, dopo il restauro affidato tra il 1990 e il 1993 allo Studio Passarelli, ne fa l’attuale sede del Dipartimento di Giurisprudenza.   

L’edificio costituisce l’opera più complessa e significativa realizzata negli anni Trenta da Pietro Aschieri, un ingegnere cresciuto alla scuola di Guglielmo Calderini, architetto del Palazzo di Giustizia – detto anche “Il Palazzaccio” – e maestro a sua volta dell’ing. Giovan Battista Milani che ha progettato Villa de Heritz a Viale Romania, altra sede Luiss.
Tuttavia, a differenza dei suoi maestri orientati al classicismo, Aschieri elegge il Futurismo tra i suoi riferimenti principali ei disegni del visionario Antonio Sant’Elia sono stati certa ispirazione per questo edificio nell’uso del ferro e del vetro e soprattutto nella realizzazione delle due grandi colonne di vetro.  Il programma edilizio prevedeva che accanto ad ambienti di rappresentanza fossero realizzati alloggi per 30 persone, laboratori e locali di lavoro.  L’area prescelta presentava una forte pendenza e fu proprio questo elemento a suggerire un impianto planimetrico ricco di visuali prospettiche differenziate e impostate a quote diverse rispetto alla strada. Il primo, un corpo a “C” con una corte centrale, concavo; il secondo, un elemento curvilineo delimitato da due avancorpi radiali, convesso.  I due volumi sono collegati tra loro dalla scala d’ingresso, che viene cosi a trovarsi in posizione decentrata e che culmina nel monumentale portone in marmo.
Nel 1931 la rivista “Architettura” dedica un intero numero all’edificio di Aschieri e grazie al dettagliato articolo di Marcello Piacentini, ricco di immagini e descrizioni puntuali, abbiamo una fotografia vividissima di come si presentava l’edificio appena inaugurato e della destinazione d’uso dei diversi spazi.  E proprio a Piacentini daremo voce nel descrivere i vari ambienti.

SALA DI RICREAZIONE  (ATTUALE SALA VERDE)
Superando l’ingresso principale si raggiunge l’attuale Sala Verde destinata originariamente ad ambiente ricreativo.  “Pareti griqie. Soffitto bianco, mobili verniciati alla nitrocellulosa in verde Nilo.  Divani in stoffa sui toni verde, marrone, grigio”.  Gli arredi originali furono disegnati dallo stesso Aschieri, secondo la pratica molto diffusa in quegli anni di disegnare anche gli arredi sia per edifici pubblici che privati.

BIBLIOTECA  (ATTUALE SALA PROFESSORI)
La Sala Professori, nata come Biblioteca, presentava “Mobili in noce. Pavimento bianco e grigio.”  La pavimentazione e gli arredi sono anche in questo caso originali dell’epoca.  La stanza ospita il plastico originale dell’edificio che permette di apprezzarne la particolare conformazione.

IL SALONE DELLE RIUNIONI  (ATTUALE AULA NOCCO)
“Questo ambiente è quasi il cuore dell’edificio, essendo ubicato al centro della zona destinata ai luoghi di ritrovo dei ciechi, agli uffici, alle stanze d’abitazione.  Non è una sala fredda, chiusa, ma aperta a tutti: la sua galleria costituisce anche l’organo di unione e disimpegno degli ambienti circostanti.” L’Aula Nocco, intitolata alla memoria di Giovanni Nocco, Direttore Amministrativo della Luiss Guido Carli per oltre un trentennio, oggi ospita lezioni, esami e conferenze.  Era la zona comune, quella in cui le persone si ritrovavano.  La sala era illuminata dai lucernari, ora non più adibiti alla loro funzione originaria.

TERRAZZA DEI MARMI
La terrazza era utilizzata dai veterani per mangiare all’aperto.  Anche in questo caso gli arredi in marmo, tavoli con sedute in forma di sgabelli, sono originali.  Si tratta della parte più alta del sistema di terrazze che realizza il grande dislivello tra la strada e il culmine dell’edificio.  Oggi lo spazio mantiene quasi inalterata la sua destinazione originaria e viene utilizzato dagli studenti per mangiare e studiare.

LA CAPPELLA
Perla del progetto di Aschieri è la Cappella: “Pareti grigie. Pavimento in battuto alla veneziana verde scuro.  Banchi verniciati in azzurro Savoia e nero.  In fondo, nella piccola abside, l’altare.” Un’unica navata introdotta da un portale monumentale del tutto simile a quello d’ingresso sebbene in intonaco e non in marmo.
L’abside, con una soluzione davvero innovativa, si innesta nella più ampia colonna di vetro.  Anche in questo caso gli splendidi arredi sono disegnati da Aschieri. Le pareti sono percorse dalla Via Crucis di Sant’Agata del 1932, probabilmente stesso autore anche della statua posta all’ingresso.

SCALA ELICOIDALE
La zona riservata agli appartamenti destinati ai visitatori della casa per ciechi era raggiungibile attraverso una spettacolare scala elicoidale che mantiene oggi il colore originale.  E l’unico ambiente connotato in maniera forte dal colore probabilmente perché era l’unica zona ad uso esclusivo di vedenti.  L’ex Casa di lavoro dei ciechi di guerra è un altissimo esempio di architettura razionalista e grazie al sapiente e rispettoso lavoro di restauro è tornata a vivere e a compiere la sua missione di edilizia civile che coniuga funzionalità e bellezza.

Fonte Documentazione LUISS

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