Enoteca Bulzoni

L’Enoteca Bulzoni, in viale dei Parioli 34, è uno dei negozi storici del quartiere Parioli (per sapere quali sono gli altri, vai alla pagina Primi negozi ai Parioli).

Sono passati quasi cento anni da quando la scritta in viale Parioli, all’angolo con via Nino Oxilia, recitava Vini e Oli. L’insegna è diventata molto più pretenziosa: Bulzoni Vini esteri, Liquori, Champagne, ma la famiglia dietro il banco è la stessa. Il nonno vendeva vino e olio sfuso, poi il padre ha allineato sugli scaffali centinaia e centinaia di bottiglie. Oggi i nipoti aprono un ristorante:  l’enoteca Bulzoni infatti si è rinnovata e ha aperto una cucina a servizio del vino proposto, semplice e dalle materie prime eccellenti. Tre generazioni votate al bere bene, ognuna con uno spirito diverso.

La sua storia inizia nel 1929 quando in un antico casale viene costruito un avancorpo che permette di aprire un paio di botteghe. Altri negozi in viale Parioli non ce n’erano. Qualche anno dopo rischia di essere sfrattato dai proprietari del casale che vogliono demolirlo per costruire una palazzina. Ma le prospezioni sono chiare: lì sotto ci sono tre piani di catacombe e non è possibile costruire edifici più pesanti.

Le bottiglie continuano ad essere il “rivestimento” del locale. Sono così tante che occupano ogni centimetro di scaffale delle due sale, con una logica tanto efficace quanto personale: se la sala laccata di rosso divide i vini moderni – fatti con tecniche moderne – dai vini come una volta – imbottigliati e creati con le tecniche poco invasive, come ai buoni vecchi tempi – nella piccola saletta bianca ci sono le etichette che ai fratelli Alessandro e Riccardo piace chiamare estreme: vini naturali, prodotti da vignaioli artigiani senza alcuna aggiunta chimica né in vigna né tanto meno in cantina. Sono i vini che gli piacciono, e un paio di bottiglie le fanno loro stessi nella piccola vigna di Torri in Sabina.

Purtroppo non di solo vino può vivere l’uomo, o comunque va giù meglio se accompagnato dalla giusta pietanza. Assodata l’esperienza nel mondo enologico, Bulzoni ha deciso di proporre piatti composti da materie prime provenienti da eccellenze italiane e presidi Slow Food. I formaggi e i salumi vengono dalla Proloco DOL e Le Orme, la pasta fresca è di Aldo Manzo, mentre per i piatti di carne c’è lo zampino della Bottega Liberati (una famosa macelleria romana al Quadraro). Interessante anzitutto la proposta al bancone, regno di mescita, dove spiluzzicare antipasti. Per una cena vera e propria ci sono piatti semplici ma ben fatti, tradizionali e non, tutti a servizio del calice che avete davanti.

Da Bulzoni si sente il tempo addosso, nel legno degli scaffali, nel marmo del banco, nella collezione di bottiglie. Si percepisce l’enoteca e si capisce il formato, ormai sparito, del mangiare spicciolo e bene, senza fronzoli e in buona compagnia. Con un oste felice di venire al tavolo a fare due chiacchiere con voi, su una ricetta così come sul processo di vinificazione. Andare da Bulzoni quindi significa varcare una porta che va indietro nel tempo e scoprire, una volta dentro, che invece si è fatto qualche passo in avanti.

Testo in parte tratto tratto dall’articolo Enoteca Bulzoni dal 1929: quando cucina (e vino) rinnovano la storia di Andrea Strafile, 16 ottobre, 2017

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