Caserma Pastrengo

La Caserma Pastrengo della Cavalleria dell’Esercito occupava una grande area che da viale dei Parioli arrivava a piazza Digione e a piazza Bligny.

Nell’area della grande caserma sorgono oggi, oltre a numerose palazzine, la Caserma Slataper e il Comando Generale dei Carabinieri.

Pastrengo è un nome storico per l’arma di cavalleria dell’esercito italiano. Nel 1848 durante la prima guerra d’indipendenza, Carlo Alberto, re di Sardegna, si sta spostando verso il villaggio di Pastrengo, quando le vicine truppe austriache iniziano a muoversi. Il comandante dei Carabinieri della scorta reale intuisce il tentativo di accerchiamento attuato dal nemico e ordina immediatamente la carica. Al grido «Pastrengo!» 280 cavalieri, sciabole alla mano, caricarono tre volte gli austriaci, che sorpresi ripiegarono.

In tutte le città italiane c’è o c’è stata una Caserma Pastengo per ospitare i squadroni di Cavalleria. Oggi a Roma, la Caserma Pastengo è solo un ricordo: il ricordo di un grande spazio ai Parioli, in cui i cavalieri dell’esercito italiano si allenavano dalla mattina alla sera.  L’area della caserma si estendeva infatti  da viale dei Parioli, al vicolo di Schateau (l’attuale via di Villa San Filippo), tra l’antico vicolo di San Filippo (oggi viale Romania), e un sentiero senza nome che su cui anni dopo è tracciata  via Castellini,

Non è compreso nella Caserma, invece, il quadrangolo delimitato da via Slatapervia Oxilia, viale dei Parioli e viale Romania, dove sorgeva il Borghetto dei Parioli, e l’area retrostante, dove l’INCIS costruirà una serie di edifici (lungo via Locchi e via Picardi).

Nel 1936 è tracciata via Slataper e nell’isolato così formato è realizzata la sede del Comando della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale (le “camicie nere”), oggi Caserma Slataper.

Inoltre, il  terreno della caserma che arrivava a viale dei Parioli, tra da via Oxilia a via Castellini, è smilitarizzata: nasce via Picardi e sorgono gli edifici INCIS su questa via. Ancora oggi i vecchi abitanti dei palazzi di via Picardi allora confinanti con la caserma, raccontano che nel settembre 1943 molti militari, dopo aver scavalcato l’alto muro, si rivolsero a loro chiedevano abiti borghesi per fuggire dai tedeschi e andare, come illusoriamente si sperava quei giorni, “tutti a casa”. Sulla fascia di terreno adiacente a viale dei Parioli, invece, nascono delle palazzine signorili anche se la lottizzazione fu completata solo dopo la guerra con la palazzina all’angolo con via Oxilia (quella di Gargani) e con  via Castellini (quella di Righetto).

Nel dopoguerra, la Cavalleria lascia la Caserma Pastrengo e sull’ultima parte del terreno, da piazza Digione a piazza Bligny, è edificata la caserma dei Carabinieri (dove oggi ha sede il Comando Generale dell’Arma).

Fino agli anni Novanta, della grande Caserma Pastrengo, era rimasto il maneggio coperto (la “cavallerizza”) e le scuderie utilizzate dai Carabinieri a cavallo. Si tratta del reggimento che, trasferito a Tor di Quinto, fornisce i picchetti d’onore al Quirinale e alle altre cerimonie ufficiali e inoltre si esibisce nello spettacolare Carosello che chiude ogni anno il Concorso ippico di piazza di Siena.

L’ultimo gruppo di cavalieri che ha lasciato questo luogo è il quarto Reggimento Carabinieri a Cavallo (il solo Reggimento interamente montato delle attuali Forze Armate Italiane), oggi acquartierato nella Caserma Salvo d’Acquisto a Tor di Quinto.

Gli abitanti della zona ricordano ancora con nostalgia la rapida sfilata dei cavalieri in divisa che percorreva viale dei Parioli e viale Rossini per andare ad allenarsi al Galoppatoio di Villa Borghese con in testa la loro “mascotte”, la cagnetta Trombetta poi Birba e infine Lady (che pare abbia avuto uno choc quando il Reggimento è stato trasferito a Tor di Quinto).

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