Giuseppe Telfener

Nel 1879 Telfner Giuseppe Telfener  acquista dai Savoia la tenuta di caccia sulla via Salaria e la ribattezzandola Villa Ada in omaggio alla consorte, Ada Hungerford. 

Giuseppe Telfener nasce a Foggia nel 1839, in una famiglia trasferitasi per motivi professionali dalla val Gardena.  La famiglia Telfener vive nel palazzo più antico della città, il palazzo Marzano Tafuri. Giuseppe studia matematica all’Università di Napoli e inizia a lavorare con alcuni dei principali ingegneri ferroviari italiani.

Quando Giuseppe ha 24 anni viene inaugurata la strada ferrata di Foggia e, l’anno successivo, il tronco per Trani. Nel 1870 è inaugurata la stazione ferroviaria di Foggia. Nel 1873 fonda la “Società Telfener” e in Argentina strappa al monopolio anglo-americano l’appalto per la costruzione della più lunga linea ferroviaria dell’America Latina dell’epoca: la linea fra Tucuman e Cordoba. Quando Telfner ritorna a Foggia è eletto consigliere comunale, divenendo poi ufficiale della Guardia Nazionale e, nel 1877, conte.

Nel 1878, arrivano per la prima volta a Foggia i reali di casa Savoia e trascorrono due giorni per i festeggiamenti ufficiali e la visita della città, addobbata per l’occasione. Nel comitato per i festeggiamenti, emerge Telfener che si assume la maggior parte delle spese per far sì che l’accoglienza da parte foggiana avvenga nel modo più sontuoso: fa arrivare da Roma carrozze e cavalli finemente bardati e si prodiga per l’illuminazione elettrica del Teatro Dauno.

Telfener continua freneticamente il suo impegno nel commercio, arriva anche a finanziare con 12.000 lire la costituenda sezione di geografia commerciale della Società Geografica Italiana. Conquistata un’elegante e ricca moglie americana, Ada Hungerford, soggiorna tra Parigi e Roma in ville splendide e grandiose. Nel 1878 è commissario italiano per l’Esposizione Universale di Parigi e riporta  a Roma alcune macchine che colloca in un museo industriale destinato a promuovere piccole industrie manifatturiere. Le macchine in particolare permettevano la fabbricazione dei chiodi, spilli, ferretti, ecc., la produzione i cuoi artificiali per tappezzerie e mobili e il ricamo per stoffe, calze, ecc .

Nel 1879 Telfner, acquista, a prezzo di favore, dai Savoia a Roma due ville reali, quella al Macao, poi affittata dall’ex Governatore d’Egitto in esilio Hidiv Ismail Pascià, e l’ex villa di caccia di Vittorio Emanuele II sulla via Salaria, ribattezzandola Villa Ada in omaggio alla sua consorte, Ada Hungerford, da poco sposata (15 marzo) e qui, grazie alla sua ricchezza e alle relazioni con la casa reale, vive una vita fastosa fatta di ricevimenti e corse di cavalli.

Ada era figlia del magnate Daniel E. Hungerford e sorella di Louise, andata in sposa a un altro imprenditore americano: John W MacKay, magnate delle miniere e delle telecomunicazioni.  In poco meno di un anno dopo, il legame con il suocero e il cognato, darà alla luce un ambizioso progetto con Hungerford e MacKay per costruire la ferrovia Texas. Secondo una legge texana, la società avrebbe ottenuto la terra gratis, circa 4.150 ettari per ogni miglio (1.609 metri) di rotaie posate – e la sua idea era quella di utilizzare manodopera qualificata italiana cui avrebbe poi affittato la terra adiacente a modico prezzo, garantendosi così una base solida per il mantenimento della linea. Telfener ingaggia circa 1.200 operai – soprattutto da comaschi, bergamaschi, bresciani e trentini – che arrivano in Texas, ai primi del 1881. É in questo periodo che nasce il caratteristico appellativo di questa linea ferroviaria in costruzione: la “Macaroni railroad”, legata al nome storpiato dei maccheroni, di cui evidentemente gli operai italiani si nutrivano. Ma una serie di difficoltà si abbattono sul cantiere; nessun terreno viene concesso dal Texas e ne scaturisce uno scandalo che arriva a coinvolgere l’ambasciatore italiano a Washington.  Nonostante la rete di complicazioni, il lavoro continua abbastanza ma Telfener cede la sua proprietà al cognato Mackay – che a sua volta cede tutto alla Southern Pacific- e Telfener ritorna a occuparsi dei suoi affari in Italia. Termina così il sogno americano ma l’impatto della “Macaroni Railroad” sulla storia e la cultura americana saranno tali che al foggiano verrà intitolata una città nel Texas: Telferner, curiosa storpiatura del suo cognome.

La notevole ricchezza del conte, intanto,  gli permette di soddisfare un suo nuovo capriccio romano: acquista l’anfiteatro Correa sulle rovine del Mausoleo di Augusto e lo ribattezza Teatro Umberto I in onore del re d’Italia. É il 1880 e una convenzione del conte con lo Stato gli permette di restaurarlo ed abbellirlo. Il teatro è attivo, però, solo per pochi anni, prima di cadere in disuso e venire utilizzato, diversi decenni dopo, come cantiere per la posa dei materiali necessari alla costruzione del Vittoriano.

Il foggiano viaggia per l’Italia e sarà in Toscana che tornerà ad  accarezzare i sogni su strada ferrata. Nel 1892, presenta un progetto per una “Stazione Estiva” da realizzarsi a Saltino presso Vallombrosa, a poca distanza da Firenze ed è di questo periodo un progetto ferroviario finalmente riuscito a pieno: la cremagliera fra Saltino e Vallombrosa, prima in Italia, dove Telfener affronta pendenze del 22%. Il tipo di ferrovia a cremagliera è un sistema efficace che prevede un’asta dentata inserita in mezzo alle due rotaie per consentire la salita del treno. Telfener fa registrare il brevetto della cremagliera.

Nel 1895, ad Oscano nel perugino, sui resti di un antico fortilizio, la ricca moglie del conte foggiano, la contessa Ada Hungerford, fa erigere in circa dieci anni, il Castello dell’Oscano, un falso castello medievale in stile neogotico, ispirato a modelli inglesi e toscani, secondo una moda “revival” molto diffusa in quegli anni, in cui è solita invitare l’aristocrazia perugina ed esponenti della cultura italiana e tedesca. Non si conosce il nome del progettista dell’opera, ma è legittimo ipotizzare che sia stato l’ingegner Censi di Roma, di cui esistono alcuni disegni del castello, probabilmente coadiuvato dal foggiano.

Nel 1898 la vita e l’opera del foggiano Telfener si interrompono: in circostanze non ancora chiarite, Telfener muore a Torre del Greco. Si spegne così la vita eccentrica, frenetica, poliedrica di un foggiano sopra le righe, un nome ignorato in Italia ma che resiste in un paese a lui intitolato nel lontano Texas.

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