Villa Ada dalla preistoria a metà Settecento

Con questa pagina inizia la Storia di Villa Ada Savoia.

Su Monte Antenne, prospettante la confluenza del Tevere con l’Aniene, era ubicata la città di Antemnae (ante amnes: davanti ai fiumi), il cui nome diede origine all’attuale toponimo, e qui passava l’antichissima strada del sale che, successivamente i Romani chiameranno Salaria e poi, dopo la realizzazione del nuovo tracciatodella via consolare, via Salaria Vetus.

Antennae entra nell’orbita di Roma e, dopo la scofitta di Veio e lo spostamento a nord dei confini romani, l’antica città turrita diventa una fattoia della nobile famiglia degli Acilii.

Il territorio della villa è attraversato da un tratto dell’acquedotto dell’Acqua Vergine, il cui percorso interrato è ancora oggi facilmente individuabile. In un fondo valle nella villa c’è addirittura uno stagno che si dice sia alimentato da una perdita dell’acquedotto.

Nel sottosuolo si sviluppano le gallerie delle Catacombe dei Giordani, il cui ingresso è ubicato lungo la via Salaria poco oltre l’incrocio con via Taro e nel passato confuso con il Cimitero di Trasone, dove è stato sepolto San Saturnino. La complicata situazione topografica dei cimiteri cristiani lungo la via Salaria nova e l’ identificazione del complesso cimiteriale sottostante la Villa, portando ai ritrovamento del sepolcro di Sant’Alessandro, è stata chiarita solo dalle indagini archeologiche condotte, tra il 1966 e il 1970, da Umberto Maria Fasola. Un accesso alle catacombe si trova nel cortile della Palazzina Reale, inoltre, l’antico ingresso delle Catacombe di Priscilla si trova a San Silvestro, sul Monte delle Gioie

Ingenti sono i danni inferti in questo area dai Goti che nel VI secolo d.C., insediati nel suburbio tra Porta Pinciana e Porta Salaria, assediano la città per un intero anno (537-538), trasformando la via Salaria in un campo di battaglia. Lo attesta l’epigrafe che il papa Vigilio pone a memoria del restauro del sepolcro da lui voluto dopo l’allontanamento definitivo dei Goti.

A partire dal VIII secolo la zona, fino ad allora molte frequentata dai pellegrini che venivano a Roma a visitare i santuari dei martiri, cade nel totale abbandono e non c’è documentazione sulla situazione della zona.

Nella mappa della Campagna Romana di Eufrosino della Volpaia, del 1547, sono bene individuabili due casali sulle colline dell’area nord dei Parioli. Da questo documento cartografico si può rilevare la presenza di colture, vigneti e ville, estesi sull’intera area dell’odierna Villa Ada Savoia che, in età moderna, risultava quindi divisa in varie tenute e con delimitazioni sostanzialmente coincidenti con quelle moderne.

All’inizio del Settecento, la zona dell’attuale Villa Ada, è frazionata, in innumerevoli poderi e tenute, con vigne, boschi, terreni seminativi e canneti ma non mancano, accanto all’uso agricolo, sistemazioni a “delizia” con casini nobili, giardini, viali e luoghi per la caccia. Il fatto che i proprietari originari fossero non nobili ma appartenenti ad un ceto che potremmo definire borghese ci induce a ritenere molto diffusa, già allora, la villa suburbana che somma i caratteri di centro produttivo e quelli di luogo di svago e rappresentanza.

Da queste parti inoltre è nota a inizio Settecento una grande proprietà del Collegio Irlandese.

La storia continua con: Villa Ada da metà Settecento al 1869.

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