Casa del Cinema

La Casa del Cinema è in piazzale Marcello Mastroianni, a villa Borghese, vicino l’ingresso di Porta Pinciana.

Dal 1748 è parte di Villa Manfroni Bernini, situata subito a ridosso delle Mura Aureliane, in prossimità di Porta Pinciana. All’epoca l’edificio è composto da una parte più antica, aperta con un loggiato, e una costruzione più bassa e recente di carattere rustico.

Nel 1833 i Borghese ampliano la Villa Pinciana, della famiglia fin dal XVII secolo, con l’acquisto di alcune vigne e ville confinanti, tra le quali la Villa Manfroni. L’edificio è restaurato dall’architetto Luigi Canina e adibito a trattoria, come narra Gioacchino Belli.

Dopo i danneggiamenti subiti nel 1849 nel corso della battaglia tra i difensori della Repubblica Romana di Mazzini e le truppe francesi accorse ad appoggiare il pontefice, è usata per scopi più modesti ospitando magazzini e stalle per mucche e una rivendita di latte e prodotti caseari. Allora la costruzione prende il nome di Vaccheria Vecchia.

La casina è usata come latteria anche dopo il passaggio di Villa Borghese e di tutti i suoi edifici al Comune di Roma, avvenuto nel 1903, e in quella occasione adeguata alle nuove norme igieniche.  Gestita dalla famiglia Bernardini, la cosiddetta Latteria Bernardini è adibita a latteria-gelateria, nella città che aveva cominciato a espandersi fuori Porta del Popolo nei nuovi quartieri Pinciano, rione Ludovisi, quartiere Salario e rione Prati, riscuote un grande successo, soprattutto nei fine settimana e nelle giornate di bel tempo.

Negli anni Trenta assume una veste paludata e diventa un ristoro di lusso con la denominazione di Casina delle Rose, come documentato da una bella cartolina del 1932.

Dopo la guerra cambia ancora una volta denominazione ed è nota, negli anni della Dolce Vita, come dancing “La Lucciola”, ospitando eventi mondani.  La chiusura del dancing è nel 1976 quando i concessionari intraprendono sull’edificio del Comune di Roma interventi di adeguamento impropri e non autorizzati, con conseguente blocco dei lavori e contenzioso legale che si risolverà solo negli anni Novanta.

Nel corso dei successivi venticinque anni, l’edificio, in stato di abbandono pressoché totale, è danneggiato dalla caduta di un fulmine e da continue incursioni vandaliche e vi sono accertati assidui atti di prostituzione, perfino minorile.  Eppure i progetti di restauro e risanamento della Casina sono molteplici, così come i finanziamenti stanziati.  Prima vi si sarebbe dovuto trasferire il Circolo Ufficiali delle Forze Armate Italiane, che occupava Palazzo Barberini.  Per il trasferimento era stato già previsto un notevole stanziamento sul bilancio del Ministero della Difesa ma, non essendoci possibilità di posteggio per gli automezzi, il luogo è scartato a scapito della Palazzina Savorgnan di Brazza’, in via XX Settembre.  Successivamente si pensa di attrezzarla a luogo espositivo del Parco dei Musei, con la possibilità di tenervi mostre temporanee, oppure di farne la sede di rappresentanza del Comune di Roma, e questo ritarda l’avvio dei lavori di recupero.

Solo nel 2001, con il finanziamento della legge per Roma Capitale, è avviato, con il contributo tecnico e scientifico della Sovrintendenza Comunale, il complesso intervento di recupero dello storico edificio che, come nota il professor Eugenio La Rocca, allora Sovrintendente, si presenta ora ripristinato nell’assetto degli inizi del Novecento, documentato dalle immagini e dalle descrizioni d’epoca.

Da 2001 il nuovo edificio ospita la Casa del Cinema.

L’idea di creare a Roma una Casa del Cinema è portata avanti dal giornalista e manager culturale Felice Laudadio e la Casa trova la propria sede nel settembre 2001 nella Casina delle Rose di Villa Borghese. Dopo un restauro integrale dell’edificio, la Casa è inaugurata dal Sindaco Walter Veltroni nel 2004 alla presenza di pressoché tutte le professionalità del cinema italiano che l’accolgono con entusiasmo.

La Casa del Cinema dispone di tre sale di proiezione dotate anche delle più evolute tecnologie digitali (la Sala Deluxe, la Sala Kodak e la Sala Gian Maria Volontè), di un teatro all’aperto provvisto di schermo, camerini e servizi; di due sale espositive e di una caffetteria-ristorante.

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Villa Borghese: location romana del cinema anni ’50

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