Borghetto Flaminio

Il Borghetto Flaminio è una vasta area tra via Flaminia e la collina di Villa Strohl Fern occupata da artigiani e da altre attività, che non ha trovato ancora una sistemazione definitiva. E’ il residuo fortemente degradato del tessuto industriale che sorgeva lungo la via Flaminia a cavallo dell’Ottocento e del Novecento.

Percorrendo via Flaminia all’altezza di piazza della Marina di fronte a Palazzo Marina, sotto la collina di villa Strohl Fern, si notano delle costruzioni abbandonate e fatiscenti. Si tratta del cosiddetto Borghetto Flaminio, tra via Mariano Fortuny e l’Accademia Filarmonica Romana (l’antica Casina Vagnuzzi), un’area urbana di grande pregio, vista la vicinanza con piazza del Popolo, con villa Borghese e con Valle Giulia, che da quasi cento anni non trova una sistemazione adeguata, a causa di mancate decisioni urbanistiche coraggiose.

L’area è divisa in tre parti: la parte prospiciente la piazza, presa in affitto dalla vicina Facoltà di Architettura in cui, una domenica si una no si svolge un mercato delle pulci. La parte dietro, verso il colle, in cui c’è un circolo per il gioco delle bocce e un concessionario auto. Più avanti una stradina in cui aprono le botteghe di alcuni carrozzieri. In questa area, nel 1600, sorgeva Villa Cesi, poi acquistata dai Sannesi e ancora dai Sinibaldi (Villa Sinibaldi) , il cui casino nobile sorgeva approssimativamente dove oggi è la Facoltà di Architettura, con intorno una grande estensione di terreno che arrivava a via di Valle Giulia e si estendeva sull’altura retrostante. A fine Settecento, la villa divenne Villa Poniatowski, di cui più avanti vedremo il casino nobile. Poi la proprietà fu divisa: la parte in alto divenne villa Strohl Fern a cui appartengono gli alberi che vediamo sul colle e furono vendute le costruzioni sulla via Flaminia: le attuali sedi dell’Accademia Filarmonica e della Cassa del Notariato.

La profonda modificazione dell’area inizia a fine ottocento con la nuova linea tranviaria a traino animale. Nel 1905 la Società Automobili Roma scelse quest’area per costruire i propri stabilimenti industriali. Il casino nobile di Villa Sannesi sulla via Flaminia venne demolito per costruire la Fabbrica del Ghiaccio, il Deposito dei tram a cavalli e altre costruzioni industriali. Negli antichi giardini, si installarono impianti artigianali o industriali come la conceria Riganti (i cui impianti sono ancora visibile a pochi passi dal casino nobile di Villa Poniatowski) e la fonderia Barucci. Seguirono altre attività artigianali, abitazioni abusive, pollai.

Le incertezze proseguirono nel secondo dopoguerra con la estenuante ricerca di una destinazione d’uso importante per l’area del Borghetto Flaminio. Tra di esse citiamo quella che prevedeva, dopo la demolizione del vecchio Auditorium romano nel Mausoleo di Augusto, di costruirne uno nuovo nell’area del Borghetto. Altri progetti furono fatti (citiamo ad esempio il progetto di parco acquatico dell’arch. Franco Palpacelli www.francopalpacelli.it/borghetto_flaminio.htm) ma alla fine non se ne fece nulla. Recentemente con la Facoltà di Architettura della Sapienza nel vecchio Palazzo del Ghiaccio e con Explora, il museo dei Bambini su parte dell’area dell’ex deposito ATAC, la zona sta acquistando un aspetto più adeguato alla sua importanza ed un progetto del Comune prevede la sistemazione dell’area che non ne fissi un’unica destinazione ma preveda la realizzazione di un nuovo parco pubblico da via Flaminia alle pendici della collina di villa Strohl Fern.

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Casa di Valentino Zeichen

Valentino Zeichen, all'anagrafe Giuseppe Mario Zeichen (Fiume 1938 - Roma 2016), è stato uno scrittore e poeta italiano che aveva scelto di vivere in una baracca al Borghetto Flaminio, in via Flaminia 86 (il vicolo accanto al Museo Explora) in fondo a sinistra (dopo la Bocciofila). MAPPA della Zona Flaminio 1 (da Porta del Popolo a Belle Arti Continue reading →

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Progetti sul Borghetto Flaminio

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