Villino Vallini

Il Villino Vallini sorgeva all’angolo tra via Bruxelles e via Salaria, dove ora sorge la Palazzina in via Bruxelles 77.

MAPPA della Zona Parioli 1 (da via Salaria a piazza Ungheria)  

Nel 1930, entrando a Roma lungo la via Salaria, dopo Villa Savoia, oggi Villa Ada, le prime e uniche costruzioni che si incontravano erano i piccoli annessi costruiti a confine di Villa Grazioli. ancora oggi esistenti, e un edificio di proprietà Chiodo, nell’area una volta di Villa Heriz.

Villa Vallini è stata realizzata nel 1932 dal giovane Luigi Moretti in collaborazione con il committente, l’ingegner Vallini. La villa è stata manomessa, poi sopraelevata e infine demolita per far posto alla palazzina in via Bruxelles 77.

La Villa è primo incarico privato per il giovane architetto appena laureato, dato dall’ingegner Vallini, al quale Moretti era stato presentato ancora ragazzo dal padre, Luigi Roland, prima della morte, avvenuta nel 1921.

Con questa villa inizia la urbanizzazione tra le via Panama e via Bruxelles nel parco che era di Villa GrazioliVilla Heriz.

Il progetto ha un iter di approvazione travagliato (l’intero fascicolo è nell’Archivio Capitolino). Alcune difficoltà nascono dalla necessità di sottoporre il progetto all’approvazione della Soprintendenza; altre dalla baronessa Chiodo. che vede lesi alcuni suoi diritti per l’edificazione di alcuni annessi di servizio della villa. Altre difficoltà sono rappresentate dalla impossibilità di collocare il progetto di Moretti nel quadro delle tipologie previste dal Regolamento Edilizio del 1921: non essendo edificato a filo strada non rientro nella categoria della palazzina e per essere un villino non è abbastanza distante. Per ben due volte vengono apportate modifiche: una prima comporta un arretramento, dai 4 metri previsti ai 5,60 metri di legge, dalla costruzione esistente della baronessa Chiodo e la riduzione delle parti in elevazione degli annessi; nella seconda, finalmente approvata nel 1931, aumentano ancora i distacchi e si interrompe ogni connessione tra la villa e gli annessi, mentre si guadagna un piano sottotetto per servizi. Nel 1931, l’ingegner Vallini, che firma il progetto, ottiene l’approvazione e inizia i lavori, mentre il ruolo di direttore è assunto dal neo architetto.

In rete:

Bibliografia essenziale: L’architettura nelle città italiane del XX secolo, a cura di Vittorio Franchetti Pardo, Edizioni Jaca Book.

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