Bruno Mussolini

Bruno Mussolini (Milano 1918 – Pisa 1941), terzogenito di Benito Mussolini, è stato un aviatore, Medaglia d’Oro al Valore Aeronautico e due volte Medaglia d’Argento al Valor Militare. La sua ultima residenza è stata la grande villa che oggi è la sede di viale Romania della LUISS

Bruno Mussolini a 17 anni è il pilota militare più giovane d’Italia.

Abita a Roma, in affitto, a Villa de Heritz, non distante dalla residenza del padre, Villa Torlonia, e dall’attico di via Secchi dove abitava la sorella Edda e Galeazzo Ciano.

Nel 1936 partecipa, col fratello Vittorio, alla guerra d’Etiopia. Nel 1937 partecipa insieme ad Attilio Biseo, con uno dei Savoia-Marchetti S.M.79 alla corsa aerea Istres-Damasco-Parigi, e conquistano il terzo posto. Sempre con questa squadriglia, nel 1938 partecipa alla trasvolata Italia-Brasile. Sempre assieme ad Attilio Biseo nel 1937 migliora il primato di velocità sui mille chilometri, con carico di due tonnellate, ottenendo i 430 km/h. In questo frangente nacque la 205ª squadriglia da bombardamento dei Sorci Verdi, proprio da una battuta di Bruno Mussolini: ai presenti che criticavano gli S.M.79 ribatté, infatti, “Storcete pure il naso. Quando gli S.79 cominceranno a volare, vi faremo vedere i sorci verdi”.

Volontario in Spagna tra il 1937 e il 1938, Bruno Mussolini lancia via radio una sfida ai piloti repubblicani  e il pilota statunitense Derek D. Dickinson raccoglie la sfida. Bruno Mussolini parte da Palma de Maiorca su un Fiat G.50, Derek Dickinson da Castellón de la Plana (con un Boeing P-26. Assieme a loro volano due ricognitori a fare da padrini al duello. Inquadrato dalle mitragliatrici di Mussolini, Dickinson è ferito ad una mano ma il motore dell’aereo italiano si pianta e l’americano riesce a portarsi sopra l’aereo di Mussolini che è costretto ad agitare la sciarpa in segno di rsa. Al rientro, il caccia di Dickinson aveva ricevuto 326 colpi e il suo pilota era ferito a una mano, mentre l’apparecchio di Mussolini dovette atterrare in planata, seza motore. Il duello ebbe grandissima eco nella stampa di tutto il mondo anche se alcuni hanno messo in dubbio che abbia realmente avuto luogo.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale fu assegnato allo 47º Stormo di Grottaglie (TA) e poi trasferito a Pisa al comando della 274ª Squadriglia del 46º Stormo. A questa squadriglia erano stati assegnati i nuovi bombardieri quadrimotori Piaggio P.108B. Due mesi dopo, proprio su uno di questi velivoli, mentre Bruno Mussolini sta atterrando, i motori hanno un brusco calo di potenza e l’aereo si schianta al suolo.

La salma è trasportata da Pisa a Predappio con un treno speciale, tra due ali di folla ininterrotta, che salutava con il braccio teso, e alla presenza di alcuni ufficiali prigionieri della RAF, che vollero rendere omaggio al nemico caduto. Secondo Vittorio Mussolini, il saluto di massa alla salma di Bruno fu l’ultimo episodio in cui il popolo italiano si strinse attorno al proprio capo. In memoria di Bruno, davanti al Palazzo dell’ex collegio aeronautico, a Forlì, in Piazzale della Vittoria, è innalzata una statua di Icaro dello scultore Francesco Saverio Palozzi e motore e ali dell’aereo in cui era morto sono portati nel parco della sua residenza romana.

Mussolini in seguito alla morte del figlio subì un duro colpo da cui probabilmente non si riprese mai e per lui scrive il libro intitolato “Parlo con Bruno”.  Bruno Mussolini è sepolto davanti al padre nella cripta del cimitero di Predappio.

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