Basilica di Sant’Agnese

La Basilica di Sant’Agnese fuori le mura sorge in via Nomentana 349 e fa parte del Convento fortificato di Sant’Agnese.

Sul lato occidentale della via Nomentana e in parte sotto l’attuale tracciato della strada, si estendono dal III secolo d.C. le Catacombe di Sant’Agnese. Nelle adiacenze della tomba di Sant’Agnese, Costanza nipote dell’imperatore Costantino (mai elevata agli onori degli altari), fa edificare un complesso monumentale in onore della martire tra il 337 ed il 350 d.C. Lì accanto Costanza vuole la sua tomba: il Mausoleo di Costanza, tuttora ben conservato.

In origine la basilica ha dimensioni davvero monumentali (tre navate per 99 metri di lunghezza) e ancora oggi se ne possono vedere le mura perimetrali (Basilica Costantiniana). Più tardi papa Simmaco (498-514) fa costruire una piccola chiesa esattamente sopra la tomba della martire, parzialmente interrata nel fianco del pendio che dall’altura dove correva via Nomentana scendeva verso valle, dove oggi c’è piazza Annibaliano e dove allora scorreva un fiumiciattolo che, in seguito, è chiamato il fosso di Sant’Agnese.

Con le incursioni barbariche la basilica cade in rovina e, per volere del papa Onorio I, è ampliato l’antico sacello ed è costruita la chiesa, il più puro esempio di basilica bizantina a Roma. Di questo periodo si conserva la struttura interna a tre navate con colonne di “spoglio”, le gallerie del matroneo e la decorazione dell’abside. Nel Medio Evo il complesso è fortificato in modo da resistere a eventuali attacchi esterni e, fino all’inizio del XX secolo, il monastero fortificato di Santa Agnese sarà centro di un piccolo borgo campestre.

L’attuate basilica, definita “onoriana”, venne fatta costruire da papa Onorio I nella prima metà del VII al posto della ormai fatiscente basilica costantiniana, sopra la tomba della martire. Si tratta di una basilica semi-ipogea con l’accesso che introduceva direttamente sul matroneo e il pavimento a livello della tomba di Agnese. L’interno è a tre navate con tre cappelle per lato, sormontate da un matroneo. Le arcate delle navate laterali e del matroneo sono sostenute da colonne di epoca romana con raffinati capitelli corinzi.

La facciata prospetta su un piccolo sagrato ed è quasi tutta una ricostruzione moderna, perché in origine la chiesa era parzialmente interrata e mostrava fuori terra solo il livello superiore. Questo carattere a più livelli lo si può ancora avvertire entrando da via Nomentana, dove prospetta l’abside affiancata da un bel campanile quattrocentesco con bifore rinascimentali. Dal numero civico 349 si accede a un cortile interno al convento. Sulla facciata sud del cortile, c’è un orologio solare, con il quadrante di forma circolare, realizzato in ferro su cui è riportata la linea equinozionale e 10 linee orarie senza cifre.

Da un piazzaletto si apre una larga scalinata marmorea del 1509 che scende, tra pareti colme di frammenti marmorei e iscrizioni provenienti dalle catacombe, al livello della chiesa. L’interno è preceduto da un nartece, elemento architettonico assai raro a Roma, dal quale si scende alle catacombe, distese su 3 livelli su 4 regioni realizzate dal II al IV secolo. La chiesa è a 3 navate, divise da colonne antiche di recupero dai bellissimi capitelli corinzi. Al piano soprastante corrono i matronei, con colonne del VII secolo, mentre il soffitto a cassettoni, in legno dorato, è opera del 1606. Nel catino absidale è lo splendido mosaico, opera di mosaicisti bizantini e risalente al 625-638, dove, al centro, è raffigurata Santa Agnese vestita come una basilissa adorna di gioielli con accanto ai suoi piedi i simboli del martirio e, ai lati, i pontefici Simmaco e Onorio, con in mano il modello della chiesa. Tutte le figure emergono dall’abbacinante fondo dorato, testimonianza della forte influenza bizantina nell’ambiente romano dell’epoca. Bellissimo è anche il rivestimento marmoreo dell’abside, di cipollino spartito da paraste di porfido rosso. Il ciborio seicentesco, retto da colonne antiche di porfido riutilizzate, copre l’altare maggiore del 1620, realizzato con intarsi di pietre e marmi preziosi sotto il quale è la teca argentea con le reliquie delle sante Agnese ed Emerenziana.

Sopra l’altare, la statua di Santa Agnese, opera di Nicolas Cordier che la esegui aggiungendo la testa, le mani e la veste di bronzo ad un torso antico di alabastro, uno dei più belli esempi di “restauro-riutilizzo” archeologico e, nello stesso tempo, di scultura tardo manieristica romana. Una coppia di colonne della navata (all’estremità verso l’abside) è di portasanta, una pietra ormai estinta. Il soffitto è a cassettoni, di legno intagliato e dorato, realizzato nel 1606 e restaurato nel 1855. Nella navata di destra sono collocate le cappelle di Sant’Agostino, quella dei Santi Stefano e Lorenzo, e quella di Santa Emerenziana, mentre in quella di sinistra le altre tre cappelle, quella della confraternita dei Sacri Cuori, la cappella della Madonna di Pompei, e la cappella della pia unione delle Figlie di Maria.  Nel corso dei molti lavori di restauro, nel secolo XV, fu realizzato l’affresco di Maria in trono che offre il seno al bambino, che ora si trova nella navatella sinistra della chiesa.

Nel 1855, durante la visita di papa Pio IX, il pavimento della canonica sprofonda ma il papa miracolosamente ne esce indenne con tutto il suo seguito. In una stanza adattata a cappella un affresco di Domenico Toietti del 1858 rievoca l’evento miracoloso occorso al papa, che per festeggiare lo scampato pericolo inizia la tradizione della festa delle Luminarie, celebrata ogni anno fino alla fine dello stato Pontificio.

Gli affreschi tardo-puristi nella navata centrale e nell’abside come tutta la decorazione interna delle navate è opera ottocentesca fatta eseguire da Pio IX e realizzata da Andrea Busiri Vici: in particolare si distinguono i ritratti dei pontefici benefattori della chiesa, e di sante martiri.

Nella chiesa sulla tomba della Santa, ogni anno il 21 gennaio, si benedicono, due agnelli la cui lana servirà esclusivamente per i palii vescovili.

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Storia della Basilica di sant’Agnese

L'attuale basilica di Sant'Agnese fuori le mura è il frutto di una serie di trasformazioni e restauri - succedutisi nei secoli - di una basilica fatta realizzare da papa Onorio I, di cui ancora oggi conserva gran parte dei caratteri. Continue reading →

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Complesso di Sant’Agnese

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