Ascensore del Pincio

Scendendo sul viale del Muro Torto, prima della brusca curva a sinistra, addossata alla parete a  sinistra c’è una torre a ridosso del muraglione del Pincio. Ma si nota subito qualcosa che non va: alla base della torre ci trono tre porte, anche se chiuse da decenni, e in alto un grazioso edificio apre da una parte delle grandi finestre su Villa Borghese e dall’altra le sue porte verso il giardino del Pincio.

Non è una torre, è l’ascensore del Pincio, realizzato in corrispondenza della vecchia fermata del tram nel viale del Muro Torto per consentire ai cittadini di andare su al Pincio, coprendo un dislivello di circa 15 metri. Un’ulteriore dimostrazione che questa città era perfettamente vivibile anche quando quasi nessuno si poteva permettere l’automobile.  L’impianto, costituito da due ascensori, è inaugurato nel 1926, in corrispondenza della fermata delle linee 45 (piazza Verbano – quartiere Trionfale) e 46 (piazza Indipendenza – quartiere Trionfale), istituite nello stesso anno lungo il viale del Muro Torto .

La costruzione contiene la stazione inferiore sul viale, il pozzo per le cabine e le scale di servizio nella falsa torre e la stazione superiore e la sala macchine nella costruzione superiore, al piano del Pincio. Il dislivello tra le due stazioni è di quasi 15 metri. L’orario di servizio era dalle 7 alle 23, con partenze ogni cinque minuti e in coincidenza con i passaggi delle linee.

II servizio veniva garantito dalle 7 di mattina alle 23, con partenze ogni cinque minuti in coincidenza con le corse dei tram 45 e 46 che congiungevano il nuovo quartiere Trionfale rispettivamente con piazza Verbano e piazza Indipendenza.  Meccanicamente i due ascensori erano indipendenti l’uno dall’altro: ogni cabina era dotata di un comando di marcia e di un telefono che permetteva, in caso di necessità, di mettersi in contatto con il centro di controllo di piazzale Flaminio. In origine al posto del telefono vi era un allarme sonoro e una lanterna per l’illuminazione da utilizzare in caso di guasti elettrici.

Rigorosissimo il regolamento al quale si dovevano attenere i solerti addetti ai lavori, riportato nelle cronache di quegli anni: “L’agente incaricato della condotta degli ascensori dovrà prendere servizio, con congruo anticipo rispetto all’ora di apertura di esercizio degli ascensori, alla stazione inferiore (viale del Muro Torto). Entrato nell’edificio, richiuso il portoncino d’ingresso, verificherà il funzionamento meccanico delle porte di accesso e di uscita alle trombe e alle cabine e verificherà il sistema di blocco delle porte.
Effettuate tali verifiche, si porterà con i propri mezzi per l’apposita scala di servizio (sue giù per la scala a pioli..] alla sala macchine ove si trovano i motori, gli apparecchi di sollevamento e i quadri dell’energia elettrica. Ivi giunto effettuerà le operazioni appresso elencate: provvederà alla verifica e alla lubrificazione di tutti gli organi in movimento; verificherà la posizione delle funi rispetto alla gola delle carrucole di rinvio e a quelle del verricello di manovra; visiterà le carrucole del pendolo automatico regolatore di velocità; verificherà i motori elettrici degli argani; provvederà alla chiusura dei coltelli degli interruttori per la distribuzione dell’energia elettrica. Dopo ciò, stando in sala macchine, farà eseguire ad ogni cabina una doppia corsa a vuoto ed una seconda doppia corsa eseguirà poi stando egli nelle cabine stesse, onde accertare la perfetta regolarità dell’impianto come detto più sopra. Eseguirà accurata spazzatura e spolveratura delle cabine e degli accessi alle due stazioni. Infine per controllare il regolare funzionamento dei telefoni speciali, installati nelle cabine e nella sala macchine, corrispondenti con la stazione del nodo auto-tramviario Flaminio, eseguirà una comunicazione con ciascun apparecchio. Ultimate le verifiche e le pulizie sopra dette, aprirà i cancelli verso il Pincio alla stazione superiore, le porte d’accesso per il pubblico alla stazione inferiore ed inizierà il servizio”.

L’ascensore per il Pincio cessa il servizio nel 1959 quando, per le Giochi Olimpici del 1960, è realizzato l’asse automobilistico corso d’Italiapiazzale Flaminio, con l’eliminazione della linea tranviaria che correva lungo le mura di viale del Muro Torto. Nell’agosto del 1960, per le Olimpiadi, il servizio è riattivato nei giorni di sabato, domenica e festivi, per poi essere definitivamente chiuso.

 

I tram su rotaia furono presto sostituiti dai più moderni autobus che predilessero il percorso (più veloce all’interno di Villa Borghese) così la fermata del Muro Torto fu abolita e nell’agosto del 1960, dopo anni di onorato servizio, anche gli ascensori del Pincio cessarono la loro attività.

A. Militello, L’ascensore del Pincio, in Capitolium, Il, 8, 1926, pp. 483-486

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