La Salaria Vetus è l’antico percorso della via Salaria che partendo da Roma passava per gli attuali Parioli, arrivava all’antica città di Antemnae, da dove scendeva all’Aniene che superava con un guado dove oggi è Ponte Salario, per dirigersi poi verso la Sabina seguendo la riva sinistra del Tevere.
- MAPPA della Zona Parioli 2 (Villa Ada e Monte Antenne)
- MAPPA della Zona Parioli 3 (da viale dei Parioli a Piazza delle Muse)
- MAPPA della Zona Pinciano 1 (da via Salaria a via Pinciana)
- MAPPA della Zona Pinciano 2 (Villa Borghese e Pincio)
- MAPPA della Zona Pinciano 3 (quartiere dei Musicisti)
- MAPPA della Zona Pinciano 4 (da piazza Pitagora a piazza Euclide)
- MAPPA della Zona Trieste 3 (piazza Verbano)
- MAPPA della Zona Trieste 4 (piazza Vescovio)
La via Salaria nasce da un’antichissima strada che seguiva la sponda sinistra del Tevere, un tratturo dove i greggi si spostavano dai territori montuosi dell’interno agli stagni di Ostia e viceversa. La via si chiama Salaria proprio perché consentiva a Sabini e altre popolazione dell’interno di acquistare il sale, e altre merci dagli abitanti della zona costiera. Questa via, più antica della nascita di Roma, è connessa con le sue origini. Sono i romani poi che dividono l’antia via in due tronchi: la via Ostiense e la via Salaria.
Fino al I secolo dopo Cristo, la via Salaria iniziava nella zona commerciale del Porto (l’attuale Ripa Grande tra Testaccio e Porta Portese) e del vicino Foro Boario, attraversava i Fori, saliva seguendo la via Biberatica (ancora visibile all’interno dei Mercati Traianei), rasentava il Quirinale (approssimativamente lungo l’attuale Via della Pilotta), incrociava le attuali via dell’Umiltà e via del Lavatore, piegava per via del Tritone, accanto all’acquedotto Vergine (per vederlo oggi basta andare nel piano sotterraneo della Rinascente) e usciva dalle Mura Serviane a Porta Collina, dove ora sorge il Ministero delle Finanze. Approssimativamente sul percorso dell’attuale via Collina passava sotto la chiesa di Santa Teresa d’Avila, e seguiva un percorso tutto nel territorio del Municipio II ripreso approssimativamente dalle attuali via Pinciana, via Paisiello, via Emilio de’ Cavalieri, piazza Ungheria, viale Romania, via di San Filippo Martire Dove entrava nell’attuale territorio di Villa Ada, passava sotto e mura di Antemnae e scendeva a Ponte Salario.
Con la decadenza di Antemnae, questa strada segue un percorso più diretto scendendo dall’attuale via di San Filippo Martire direttamente a Ponte Salario (vedi Tagliata di Villa Ada).
Successivamente nasce per via Salaria un nuovo percorso sulle attuali via Antonio Bertoloni, via Francesco Denza, via della Fonte dell’Acqua Acetosa, aggirando così Monte Antenne e ricongiungendosi al vecchio tracciato giù a Ponte Salario.
Ma le esigenze di muoversi più rapidamente verso nord, impongono un nuovo tracciato per la via. Con l’imperatore Nerva nel I secolo d.C., un grande sbancamento rende percorribile il dirupo che una volta caratterizzava l’area oggi nota come Tor Fiorenza e tale risultato, oggi testimoniato dalla ripida discesa di via Salaria dalle Catacombe di Priscilla all’Aniene, consente di tracciare una nuova strada da porta Collina a Ponte Salario. Nasce così la via Salaria Nova, coincidente approssimativamente con il percorso della via Salaria che oggi conosciamo. I vecchi percorsi della via prendono genericamente il nome di Salaria Vetus.
Quando sono costruite le Mura Aureliane, per la Salaria Vetus è costruita un’apposita posterula presso il giardino dei Pinci, Porta Pinciana, e la via seguendo il tracciato dell’attuale via Pinciana riprende il suo vecchio percorso. Per la via Salaria Nova invece è costruita Porta Salaria (oggi piazza Fiume).
Una diramazione, approssimativamente in corrispondenza dell’attuale via Ruggiero Giovannelli che unisce le attuali via Pinciana e via Salaria, collegava la Salaria Antica con la via Salaria Nova. Questo diverticolo fino a cento anni fa era chiamato vicolo di Grotta Pallotta. Anche l’attuale via Tevere segue approssimativamente un viottolo che da Porta Salaria raggiungeva l’antico percorso della strada e i Parioli.
Il tracciato della Salaria Antica è confermato prima di tutto dalla sistemazione delle attuali strade (è evidente infatti che da tali antichi tracciati deriva l’attuale sistemazione viaria a triangolo dove via Pinciana si congiunge con via Giovanni Paisiello, tra largo Giuseppe Tartini e largo Nicola Spinelli, e dal rinvenimento, lungo il percorso, di resti del lastricato e di numerose sepolture.
La Salaria Antica via era fiancheggiato da monumenti funebri. A sinistra di via Pinciana, per esempio, all’interno della Villa Borghese prima della Galleria omonima, si scorge una tomba a tempietto del II-III secolo d.C. poi trasformata dagli architetti di Scipione Borghese nella Loggia dei vini. Lungo questa via, inoltre, si trovano almeno tre catacombe cristiane: il cimitero di Panfilo, in via Giovanni Paisiello sotto la chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù, la catacombe di Sant’Ermete in via Antonio Bertoloni, le catacombe ad Clivum Cucumeris, il cui ingresso ormai perduto era probabilmente situato tra via Francesco Denza e via Giuseppe Mercalli, e diversi cimiteri pagani, come l’ipogeo dei Pupazzi in via Giovanni Paisiello. Tra le due vie Salarie, la Vetus e la Nova, infunw, appena fuori delle Mura, si estende una vasta necropoli pagana, detta il Sepolcreto Salario.
Con la decadenza di Roma la Salaria Vetus diventa uno stradello di campagna che correva tra due muri, largo quanto bastava per far passare una carrozza, e cambia nome nei secoli: vicolo dell’Imperiolo e vicolo dei Parioli. Anche l’antichissimo percorso verso Ponte Salario diventa uno lungo stradello di campagna, detto vicolo San Filippo.
Pagine al livello inferiore:
Ritrovamenti di via Puccini e viale Rossini
Percorso della via Salaria Vetus
Vicolo dell’Imperiolo
Origine della via Salaria
Pagina al livello superiore: via Salaria
Pagine allo stesso livello:
- Salaria Via dei Martiri
- Storia di via Salaria
- Verde antico lungo la Salaria di Federico Mandillo
- Via Salaria di Sandro Fogli
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