Gli ingressi di Villa Borghese ci conducono all’interno di una storia appassionante, nei quattro secoli di vita della villa, dal Seicento ad oggi. Soffermarci su ognuno di essi significa interrogarci sulle trasformazioni avvenute nel corso del tempo e immaginare i luoghi dove gli ospiti della villa potevano entrare, che significato questo avesse per loro, in quali paesaggi si trovassero immersi.
Iniziamo questa passeggiata dall’ingresso seicentesco di via Pinciana 67, con portale ad arco decorato con stemmi, è venne realizzato nel 1609 da Flaminio Ponzio come ingresso principale della Villa. Tra il 1910 ed il 1912 è arretrato per l’ampliamento della via. L’ingresso era reso aulico dall’esedra interna in cui si trovavano i visitatori che entravano in carrozza. Il teatro semicircolare era chiuso da un’alta siepe di lauri potate a formare nicchie in cui si alternavano panchine e statue, dietro cui erano stati piantati sedici platani. Alle estremità della quinta arborea si ergevano i termini raffiguranti gli dei protettori dei giardini e dei boschi, Priapo e Flora, attribuiti all’allora giovanissimo Lorenzo Bernini. La scelta di posizionare l’aditus nobilior in posizione non frontale rispetto al casino nobile della villa era determinata dal fatto che la via Trasversa, che chiudeva allora a ponente il recinto del giardino, era piccola e malfamata. Era dunque preferibile un ingresso sulla via pubblica più importante.
L’estensione seicentesca della villa non si discostava molto da quella attuale e per collegare il Casino del Muro Torto (l’odierna Aranciera) già nel Cinquecento un breve viale in discesa collegava questo casino ad un portone situato all’altezza della prima curva del vicolo del Muro Torto, all’incrocio tra il vicolo delle Tre Madonne e la via Trasversa. Questo venne poi sostituito da un ingresso più importante, anche se sempre di servizio, l’aditus tritior, costruito da Onorio Longhi (1569-1619) in pietra rustica. Nel corso del 1700 porta Pinciana perde d’importanza e l’ingresso di villa Borghese su via Pinciana è ormai lontano dal fulcro della città mentre quello del Muro Torto, verso piazza del Popolo, acquista importanza. Il portale esistente in quel punto non può rispondere alle nuove esigenze di rappresentanza e diventa necessario ingrandirlo e abbellirlo. Nel piano più ampio di ristrutturazione della villa voluto da Marcantonio IV Borghese nel 1790, l’ingresso di Longhi è sostituito con quello di Antonio Asprucci, il quale abbandona il portale tradizionale ad arco di stampo seicentesco e, ispirandosi all’architettura romana di Villa Adriana a Tivoli, propone i propilei per sottolineare l’entrata dell’articolato complesso monumentale (Propilei delle Aquile, nel 1933 spostati a piazzale san Paolo del Brasile, fuori Porta Pinciana).
Questa tipologia verrà ripresa, pur con modalità diverse, da Luigi Canina nel 1827. A Canina è stato affidato il compito di trovare una degna soluzione per il terreno acquistato per collegare la proprietà a piazza del Popolo. Canina idea due propilei di stile greco con il fronte verso la piazza, ampio come quello del Casino Nobile (Propilei Neoclassici, in piazzale Flaminio). Ma il progetto di Canina non si limita all’ingresso. Dovendo superare un notevole dislivello che lo porta ad un punto di snodo, vi colloca la Fontana del Fiocco. Da lì fa partire varie strade, di cui le due principali oltrepassano vicolo delle Tre Madonne su due ponti: quello dei Propilei Egizi e quello dell’Arco Romano di Settimio Severo con una doppia comunicazione tra la via Pinciana e i nuovi appezzamenti di terreno. Il nuovo ingresso, realizzato per ultimo, quando già i viali e i ponti erano stati terminati, venne inaugurato il 1° agosto 1829.
Quando la villa diventa pubblica, all’inizio del Novecento, con il nome di Villa Umberto I, viene realizzato il collegamento con il Pincio attraverso il viale delle Magnolie (1908). Inoltre la villa cede il terreno per realizzare o ingrandire le vie intorno: via Pinciana, viale del Muro Torto al posto del vicolo omonimo, via Aldrovandi al posto del vicolo delle Tre Madonne.
In occasione della Esposizione Universale del 1911 Villa Borghese è collegata a Valle Giulia con la scalinata di fronte alla Galleria Nazionale che termina con un piazzale finale e due giardini all’italiana ai lati (Scalinata Bruno Zevi).
Nel 1914 l’ottocentesco Portale dei Vasi, di fronte a Porta Pinciana, è spostato presso l’ingresso del Giardino Zoologico di Roma di fronte a viale Gioacchino Rossini. Nel 1933, dopo l’arretramento della villa per la realizzazione di piazzale san Paolo del Brasile di fronte a Porta Pinciana, i Propilei delle Aquile sono spostati qui dal Muro Torto dove l’accesso alla villa è stato eliminato.
La via Pinciana riacquista valore con l’apertura di via Veneto e lo sviluppo dei quartieri residenziali (i lavori stradali che ne derivano portano all’arretramento dell’antico ingresso). A piazzale Flaminio l’ingresso del Canina perde la sua connotazione originaria con l’allargamento della piazza verso la stazione ferroviaria e la conseguente demolizione di alcune case.
Altri portali della villa:
- Portale del Leone. E’ l’accesso al Parco dei Daini nell’attuale via Pietro Raimondi, costruito da Flaminio Ponzio nel XVII secolo. Delle originarie decorazioni rimangono la protome a forma di leone sopra alla chiave di volta.
- Portale del Drago. E’ in via Pinciana, costruito nel 1617, termina in un timpano e con lo stemma del drago della famiglia Borghese. Attualmente dà accesso ad una scuola materna sita nell’ex Casino degli Uffizi.
Fonti: Chiara Maraghini Garrone, saggio sugli ingressi monumentali di Villa Borghese.
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