Casina delle Civette

La Casina delle Civette un’incantevole edificio nel parco di Villa Torlonia.

Un importante intervento di trasformazione di Villa Torlonia c’è stato tra il 1908 ed 1916 per volere di Alessandro Torlonia, quando la capanna svizzera, realizzata nel 1842 dall’architetto veneto G. Jappelli, è modificata in forme medievaleggianti, prima dall’architetto E. Gennari e poi da V. Venuti.

Nel 1917-20 l’edificio subisce un’ultima trasformazione, su progetto dell’architetto Vincenzo Fasolo, che conferisce al complesso quell’aspetto tipicamente liberty che ancora oggi lo caratterizza. nella Casina delle Civette, così chiamata per il ricorrente motivo decorativo della civetta e di altri uccelli notturni.

La Casina, immersa nel parco, tra le palme della California ed il cedro dell’Himalaya, è uno degli edifici di Villa oggi visitabile e dedicato ad attività museali. In particolare, La Casina delle Civette ospita il Museo della Vetrata Artistica.

Ogni particolare architettonico e dell’arredamento fu scelto con attenzione quasi ossessiva ispirandosi ad un repertorio medioevale in cui il tema della civetta regna sovrano, insieme a grifi e pipistrelli. Vi sono civette accovacciate e riprodotte sui capitelli, voli di civette impresse nella carta da parati, occhi stilizzati di civetta posti come volute sui capitelli.

L’edificio è un trionfo dell’eclettismo: linee classiche, medievali e molto Liberty nelle decorazioni esterne ed interne (ferro battuto, boiserie, mosaici, maioliche, dipinti murali e tante, tante vetrate).I lavori, che si protrassero per tutti gli anni ’20, vennero condotti da Vincenzo Fasolo e Duilio Cambellotti che realizzarono, con l’aiuto dei maggiori artisti decorativi dell’epoca, un gioiello dell’arte liberty.

L’arte della vetrata policroma, legata a piombo, non dipinta, ha conosciuto un revival nei primi anni del Novecento. Gli artisti disegnavano i cartoni per le vetrate e gli artigiani, con incredibile perizia, le realizzavano. Nel Museo, unico nel suo genere in Italia, si può seguire tutto il percorso. Vetrate geometriche si alternano a vetrate floreali, con rose, iris, tralci d’uva, farfalle ed ovunque le civette, che abitavano il parco ed erano l’ossessione del principe.

“Dal Casino dei Principi alla Casa delle Civette sono passate solo poche decine d’anni e due generazioni della famiglia Torlonia, ma se guardiamo lo stile architettonico degli edifici e l’arredamento degli interni sembrano passati dei secoli”. In mezzo ci fu il 20 settembre 1870, la fine dello Stato Pontificio e l’annessione della città all’Italia. Accanto alla maestà neoclassica di Roma compaiono nuovi profili. Gli aristocratici si trasferiscono dai loro palazzi sontuosi in villini liberty.

Qualche decennio dopo, Benito Mussolini sceglierà come abitazione la grandiosa dimora di un principe, Villa Torlonia, e il Principe Giovanni Torlonia mantiene la Casina come propria residenza.

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