Storia del via Nomentana

Livio ci informa che via Nomentana era detta anticamente via Ficulensis, dal nome di Ficulea, un’antichissime città, ubicata tra le colline di Marco Simone Vecchio, rinomata per i suoi vasi “figules” . E’ probabile che, dopo un tratto comune, dalla via Ficulensis si staccasse la via per Nomentum, divenuta poi di maggior importanza dopo la scomparsa di Ficulea e l’antico tracciato della via Ficulensis è da riconoscersi oggi nella moderna via Palombarense. Oltre Nomentum, la via proseguiva, ricongiungendosi alla Salaria su due diversi percorsi: uno più breve per Eretum (località Casa Cotta, poco a nord di Monterotondo), l’altro per Grotta Marozza, Torre Fiora e Monte Libretti fino ad Acquaviva di Nerola al km. 44. La strada dovette essere particolarmente usata per la transumanza, come testimonia la presenza del simboli di Ercole, protettore delle greggi, sul Ponte Nomentano e trasformata in strada vera e propria dai Romani con le guerre con cui Tarquinio Prisco conquisto la bassa sabina (Cameria, Crustumerium, Ameriola, Medullia). Ai tempi di Roma antica, la strada partiva dalle mura Serviane fuori Porta Collina. La via superava con un imponente viadotto a blocchi di tufo lungo oltre duecento metri una vasta depressione e proseguiva su un tracciato ormai sepolto sotto l’attuale Palazzo del Ministero dei Lavori Pubblici, s’inerpicava sulla collinetta sulla destra dell’attuale viale alberato in corrispondenza dell’attuale via dei Villini. A testimonianza di questo antico tracciato, in via dei Villini 32 c’è l’ingresso ad uno dei più antichi complessi catacombali romani, le catacombe di San Nicomede. L’antica via attraversava poi l’attuale via Nomentana all’altezza di via Cagliari, dove è stato ritrovato un tratto dell’antico basolato lungo 10 metri, mentre un altro tratto di basolato è stato rinvenuto vicino viale Regina Margherita, lungo 50 metri e largo 3, limitato da un muretto sostruttivo. Sulla via sorgevano numerosi sepolcri distrutti a cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento per costruire prima sulla destra le ville e poi a sinistra i grandi palazzi che oggi vediamo. Parti di lastricato antico si vedono ancora fuori città. Per esempio, dopo il GRA a sinistra, al Casale Cassanova al km. 15,7. Pio IV nel 1564 la fa allargare e mettere in asse con la nuova Porta Pia e con via Antica Semita, l’attuale via XX Settembre. L’attuale andamento rettilineo infine è dovuto ai principi Torlonia che, alla metà del 1800 con la benedizione di Pio IX, rettificarono e spianarono il tracciato dell’antica strada romana per avere un accesso monumentale alla loro villa, che lo stesso Pio IX andò ad inaugurare, ed alla basilica di Sant’Agnese, cui il papa era legato da una particolare devozione. Fra il 1880 ed il 1890 è realizzato l’allargamento a la piantumazione dei platani fino a Villa Torlonia,, come in un boulevard parigino. Tra il 1911 ed il ’25 è costruito, nell’area di villa Patrizi il gigantesco complesso del Ministero del Lavori Pubblici e dei Trasporti. Successivamente, con interventi successivi legati alla costruzione della “città-giardino” (oggi Monte Sacro) da parte dell’Istituto Case Popolari, la strada fu allargata, rettificata e fiancheggiata da un doppio filare di platani in tutto il suo percorso fino all’Aniene.

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