Villa Casalini si trova in via Nomentana 355, all’angolo col vicolo di Sant’Agnese, dove poi fu costruita Villa Moretti, che, a sua volta, ha ospitato l’istituto scolastico “Marymount”.
Percorrendo la via Nomentana, superato il complesso di Sant’Agnese e via di Sant’Agnese (l’antico vicolo di Sant’Agnese), troviamo un grande villa in stile neo-medioevale, una volta sede dell’istituto scolastico “Marymount” Una targa ricorda che qui ha abitato per alcuni mesi Giuseppe Garibaldi. Ma l’edificio che vediamo, in stile neo medievale, non è quello che nel 1875 ospita l’eroe dei due mondi.
Nel Catasto Gregoriano, qui si vede una vigna con degli edifici agricoli e una piccola costruzione fronte strada destinata “ad uso di villeggiatura”. All’epoca il terreno è di proprietà del convento di Santa Maria Maddalena e concesso in enfiteusi perpetua ad Andrea Lezzani. Dopo altri passaggi (l’ebreo Emanuele Modigliani e Pietro Carloni), è acquistato dai fratelli Casalini di Faenza, costruttori di carrozze di lusso in via Margutta, che svolgevano la propria attività in modo “da non lasciare invidiare alla patria ed allo stato pontificio le carrozze di Milano, di Parigi e di Londra“.
Nella divisione della proprietà Casalini la vigna di via Nomentana, completa di “casino nobile con mobilio“, è assegnata a Pellegrino Casalinis che nel 1866 vi apporta dei miglioramenti ai quali è probabilmente riferibile l’iscrizione inaugurale tuttora esistente su una colonna all’interno del complesso. Pochi anni dopo la villa è messa in locazione e, nel 1875, e il Sindaco Venturi la offre a Garibaldi che abita qui per alcuni mesi. Il precedente alloggio a villa Severini fuori Porta Salaria infatti non si confaceva al suo precario stato di salute.
La morte di Pellegrino Casalini, nel 1878, segna il frazionamento e la vendita della proprietà. La parte alta della villa è venduta al confinante Benedetto Crostarosa, che amplia Vigna Crostarosa, mentre la “villetta”, cioè il resto del fronte strada adiacente al vicolo di Sant’Agnese, composta dal casino ammobiliato, serre, giardino, vasi e terreno coltivato a orto e vigna, è venduta “a cancello chiuso” a Carlo Tomba che, dopo soli quattro anni, la rivende al banchiere Luigi Cavallini che a sua volta nel 1906 rivende la porzione fronte strada a Giuseppe Moretti di Napoleone, mentre mantiene la proprietà della parte centrata sull’attuale via Ghirza e oggi occupata da moderne palazzine.
E’ il Moretti nel 1910 ad ampliare e dare un nuovo aspetto neomedioevale al casino principale della villa con un progetto dell’ing. Giuseppe Mariani che cura anche il nuovo muro di recinto e il cancello d’ingresso sormontato da copertura a tegole. Villa Moretti diventa la sede dell’Ambasciata Russa prima della Rivoluzione d’ottobre e infine è acquistata dai conti Sambuy e diventa loro residenza privata.
Quando Madre Butlert, nel 1929, viene a Roma per rendere omaggio a papa Pio XI , avendo avuto la richiesta di istituire una sede della Congregazione del Sacro Cuore di Maria (Religious of the Sacred Heart of Mary) nella città eterna, sceglie questa villa per la vicinanza con la basilica di Sant’Agnese e Villa Moretti è ceduta alle Suore che ancora lo posseggono.
Fonte: articolo di Roberto Quintavalle pubblicato sulla Strenna dei Romanisti del 2014
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