La villa Calderai o meglio il villino Calderai sorge in corso d’Italia 44, a due passi da piazza Fiume, tra il Palazzo della Rinascente e via Tevere.
Villa Calderai fu progettata nel 1902 da Amedeo Calcaprina per la famiglia Calderai ed è oggi di proprietà Torlonia. La villa costituisce una delle più esplicite espressioni del gusto Liberty a Roma. Le conferivano tale impronta la ricchissima decorazione originale in stucco e maiolica, la copertura della torretta di angolo in vetro a bande alternate di differenti colori, sostenuta da struttura metallica.
Amedeo Calcaprina è stato un architetto coetaneo e concittadino di Gino Coppedè.
Purtroppo, già nel 1910, Gustavo Giovannoni (che stava lavorando al vicino stabilimento della Birra Peroni) eseguì una pesante ristrutturazione che sottrasse all’edificio gran parte del suo aspetto Liberty e dell’interesse architettonico.
Il corpo principale aveva tre piani, le finestre erano architravate e avevano decorazioni in maioliche floreali; anche il cornicione tra gli ultimi due piani era ricoperto da maioliche colorate; l’ultimo piano era dipinto a girali di foglie.
L’ingresso si apriva su un portico angolare costituito da due arcate su ogni lato sostenute da grosse colonne con capitelli floreali.
La torre era l’elemento più spettacolare per la ricchezza figurativa: grandi volute di stucco si trovavano tra il piano terra e il primo piano e terminavano in un gruppo di quattro maioliche raffiguranti fiori. Gli architravi delle finestre del primo piano erano decorati da maioliche. La torre terminava con una profusione di stucchi, pilastri strigilati, teste femminili sui capitelli, cariatidi di gusto liberty a reggere il cornicione modanato del terrazzo. Sulla sommità una spettacolare copertura di ferro battuto e vetro a bande di vari colori riparava dalle intemperie.
Nel 1910 la proprietà passa ai Torlonia che decidono di affidarne la ristrutturazione a Gustavo Giovannoni. In questa fase, sono eliminati gli elementi floreali per avere un ornato più classico. La torre è restaurata, sezionandola al livello del tetto e ampliandola superiormente con l’aggiunta di due colonne corinzie sui lati lunghi e una su quelli brevi.
Rimangono ancora oggi la splendida cancellata in ferro battuto, le balaustre dei balconi, sempre in ferro battuto, il cornicione in maiolica tra primo e secondo piano, i fiori di ceramica del cornicione dell’attico.
Del complesso è parte anche l’edificio adibito originariamente a scuderia che per più di cinquant’anni, dal 1933 al 1989, ha ospitato la storica gelateria Fassi con i tavolini nel giardino sotto gli alberi. Allora questa piccola costruzione sulla strada, nel verde del giardino, era chiamata Bar Fassino e spesso tutto l’edificio era indicato col nome di Villa Fassi.
Gli alberi oggi non ci sono più, tutti eliminati per realizzare il parcheggio sotterraneo, durante l’ultimo restauro del complesso avvenuto nei primi anni del XXI secolo.
Oggi il villino è destinato all’attività alberghiera. Attualmente ospita la sede romana di un gruppo di consulenza finanziaria americano.
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