Casina di Raffaello

La Casina di Raffaello è un edificio in Villa Borghese che domina Piazza di Siena.  Nel lato ovest della casina al pianterreno c’è la chiesa di Santa Maria Immacolata, il lato est ospita una ludoteca comunale con annessa biblioteca per bambini e infine il piano superiore è un teatro.

La casina è edificata nel XVII secolo per volere del cardinale Scipione Caffarelli-Borghese quando si incomincia a costruire la grande  fuori Porta Pinciana, l’odierna Villa Borghese.  Inizialmente la casina si trova in mezzo a un gelseto, abbattuto poi quando è edificata piazza di Siena; dal boschetto dei gelsi deriva il primo nome del palazzo, ovvero “Palazzina dell’arboreto de’ gelsi”.

Il nome di Casina di Raffaello forse deriva dal fatto che Raffaello (più di un secolo prima) amasse passeggiare e dipingere in questa campagna, ma è più probabile che sia una citazione di un edificio della cosiddetta Villetta Doria (una grande villa che sorgeva dall’altra parte di viale San Paolo del Brasile) e che si chiamava Casa di Raffaello perchè alcune sale della case erano state dipinte dal pittore di Urbino.  

Quando è costruita la Casina si trova in mezzo ad un boschetto di gelsi.  Il boschetto è poi sventrato quando è stata realizzata piazza di Siena.

Originariamente l’edificio era destinato ad abitazione del guardarobiere della Villa e possedeva molte stanze e due logge; in una di queste si trovavano delle decorazioni a chiaroscuro.  Un lato del palazzo affacciava su un piccolo giardino quadrato con un frutteto e un agrumeto, sostituito nel XVIII secolo, con i lavori degli Asprucci, da una chiesa dedicata all’Immacolata Concezione.

In epoca moderna, la casina è adibita ad abitazione privata (inizialmente, ospita anche Pietro Canonica prima che si spostasse alla Fortezzuola) senza che lo stato riesca a prenderne possesso.  In tempi recenti, per esempio, nei piani della Sovrintendenza l’edificio avrebbe dovuto svolgere una funzione di “forziere” e ospitare gli originali delle varie statue di Villa Borghese, da sostituite, nei luoghi in cui erano, con copie per proteggerle ed evitare furti.

Una volta acquisita dallo Stato, la Casina è restaurata: i prospetti esterni, infatti, tinteggiati in un incongruo giallo ocra, su un intonaco fatiscente mentre le decorazioni a stucco sul frontespizio del portico della cappella risultavano in gran parte perdute.  Erano stati stravolti anche gli interni, per adattarli alle esigenze abitative e nel cortile erano state realizzate nuove cubature.  La stanza più importante dell’edificio, situata al piano terreno e decorata da pregevoli affreschi di Felice Giani, era divisa da tramezzi e i portali di accesso erano in parte tamponati.

Il restauro, curato dalla Sovraintendenza Comunale, ha ricostituito la spazialità originaria degli interni e del cortile secondo l’assetto conferito nel XVIII secolo da Antonio Asprucci, adeguando l’edificio alla nuova funzione di ludoteca, restituendo ai pregevoli dipinti murali i colori originari.  Analogo intervento di pulitura è eseguito sui marmi, sulla statua dell’Immacolata Concezione, sulle paraste in marmo cipollino e sulla balaustra in marmi colorati davanti all’altare nella Cappella.

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Villa Borghese 6 Da porta Pinciana a piazza di Siena

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